Prosegue secondo l’itinerario definito il viaggio della memoria che vede coinvolto il mondo sportivo italiano guidato dal Ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi. Partiti per la Polonia domenica 4 febbraio, faranno ritorno in Italia martedì 6 dopo aver visitato i campi di sterminio di Auschwitz-Birkenau, il quartiere ebraico di Cracovia e la fabbrica di Schindler.
“Grazie per questo viaggio e grazie a chi insieme a me lo ha reso possibile – ha sottolineato il ministro Abodi a conclusione della prima giornata. – Questa trasferta riveste numerosi significati che ho scoperto strada facendo. Nulla va dato per scontato, perché questi tempi ci hanno fatto capire che la violenza può tornare. Noi rappresentiamo lo sport in tutte le sue forme proprio come recita la Costituzione. Qui stiamo facendo un allenamento della coscienza, della responsabilità, ma anche della testimonianza, perché mi aspetto che tornando in Italia ognuno avverta il bisogno di coinvolgere in questa esperienza coloro che sono rimasti a Roma e che noi qua rappresentiamo”.
“Dobbiamo far comprendere perché solo venendo qui ci si rende conto di ciò che è successo. Lo sport può essere testimonianza attiva e costante di ciò che è stato. Non ci possiamo arrendere all’ignoranza, alla mancanza di conoscenza e noi siamo una testimonianza in tal senso” ha poi aggiunto il ministro Abodi.
“È un grande onore essere qui con il ministro per lo sport e i giovani, Andrea Abodi, al quale, a nome della Comunità Ebraica di Roma, rivolgo gratitudine e apprezzamento per questo viaggio fortemente voluto – ha commentato Antonella Di Castro, Vicepresidente CER – Sovente, siamo abituati a concepire il viaggio della memoria come un viaggio culturale, in particolare destinato alle scuole, perché si immagina che siano i ragazzi il vettore per trasmettere sani principi alle nuove generazioni. Invero, lo sport rappresenta oggi il più grande veicolo di messaggi positivi verso i giovani. L’educazione al fair play e all’etica, strettamente legati poiché entrambi promuovono comportamenti morali e rispettosi e costituiscono i pilastri dello sport. Il fair play richiede un gioco onesto e rispettoso delle regole, mentre l’etica sportiva coinvolge decisioni e azioni basate su principi morali. Entrambi sono fondamentali per mantenere l’integrità e il valore positivo dello sport. E dunque è agli atleti, orgoglio della nostra nazione e con cui oggi condividiamo questo viaggio, che chiediamo di raccogliere il testimone dei drammatici eventi della Shoah e di farsi portatori dei valori dell’uguaglianza e dell’integrazione, affinché nessuno, né per strada né sul campo da gioco, debba mai essere discriminato, escluso da una competizione, vedersi rifiutare la stretta di mano che precede o conclude una competizione, come gesto di etica e di morale mostrando così disprezzo per l’altro. Abbiamo ascoltato i sopravvissuti portare le loro testimonianze in innumerevoli viaggi, ma abbiamo anche ricordato ogni volta che questo non sarà per sempre. Lo proviamo oggi in prima persona. Purtroppo nessun sopravvissuto ha potuto accompagnarci. Entriamo in una nuova e dolorosa fase della memoria. Oggi, con più energie e maggiore impegno, siamo chiamati – tutte e tutti noi – a raccogliere il testimone e raccontare ciò che è accaduto e perpetuare il ricordo delle vittime. Come avviene in un’Olimpiade, ora più che mai, dobbiamo raccogliere la fiaccola della memoria, essenziale per continuare ad illuminare il nostro futuro. Nelle parole dei sopravvissuti non abbiamo mai ascoltato violenza o sete di vendetta e così noi abbiamo il dovere di trasmettere questo ricordo pacato e questo monito per perché mai più non sia un mero slogan ma un imperativo morale, etico condiviso da tutti. Lo sport solo mantenendo fede ai principi etici potrà trasmettere la memoria della Shoah, affinché il futuro sia illuminato da uomini e donne liberi e senza pregiudizi”.
Oltre alla Vicepresidente Di Castro, la delegazione della comunità romana è composta da Daniela Debach, Assessore alle Politiche Educative; Alessandro Luzon, Assessore ai Rapporti Istituzionali; Alessandro Gai, Assessore allo Sport. Presenti anche Livia Ottolenghi, Assessore UCEI alle Politiche educative; il segretario della CER Emanuele Di Porto; Marco Caviglia, storico della Fondazione Museo della Shoah.
Il viaggio è stato organizzato attraverso la “Struttura di missione anniversari nazionali ed eventi sportivi nazionali e internazionali”, in collaborazione con l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e la Comunità Ebraica di Roma. Vi partecipano 78 atleti olimpici e paralimpici, dirigenti e tecnici delle Federazioni Sportive Nazionali, delle Discipline Sportive Associate e degli Enti di Promozione Sportiva, insieme al Ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi e ai rappresentanti di CONI, CIP, Sport e Salute, Istituto per il Credito Sportivo, UCEI e CER. Tra i nomi più noti sono presenti l’ex nuotatore Filippo Magnini e la conduttrice Giorgia Palmas.