C’è l’America newyorkese dei cocktails e delle mostre d’arte
contemporanea, dei festini a base di cocaina e delle nottate fuori casa; e poi c’è
l’introspezione di chi vive tutto questo. Andrea Bern è la protagonista di
questo romanzo tanto tenero quanto crudo: una donna ebrea sull’orlo dei
quaranta anni che non riesce a trovare il proprio posto nel mondo e per questo
va in analisi. Andrea si definisce donna indipendente, che non disdegna né fumo
né alcool e che per mantenersi fa la grafica pubblicitaria: un lavoro che non
la soddisfa affatto. Sullo sfondo una famiglia problematica: un padre jazzista
amatissimo morto per overdose e un fratello la cui figlia sta per morire.
Andrea è l’epitome di tutti coloro che, adulti o giovani che siano, vivono un
momento di transizione e che, desiderosi di amore, lo cercano laddove sembra
esservene traccia. La scrittrice Jami Attenberg racconta l’inadeguatezza, la
solitudine e i sensi di colpa di una donna che racchiude le insicurezze di
tutti noi, il bisogno di essere amati e l’incapacità di definirsi una volta per
tutte. È un libro che diverte ed emoziona pur non rinunciando ad alcuni cliché:
quello della New York bella, intellettuale e bohémienne o dei quarantenni che
giocano a fare i teenagers. Eppure ve lo consigliamo, con tutti i cliché,
perché forse cercando di capire Andrea si capisce qualcosa anche di se stessi.