“Ci abbiamo provato, ringrazio il Pd, i sindacati, a marciare insieme per 25 aprile ma non è stato possibile. Non ci rinunciamo e continuiamo a ricordarlo anche a chi non ci vorrebbe”. Lo ha detto la presidente della comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello, durante le celebrazioni della festa di Liberazione davanti al cimitero del Commonwealth a Roma, tornando sulle polemiche degli ultimi anni che hanno portato – a causa della presenza di bandiere palestinesi (che nulla hanno a che fare con la Resistenza) e a contestazioni alle bandiere della Brigata ebraica – a celebrazioni distinte rispetto a quelle dell’Anpi.
Alla celebrazione erano presenti il Rabbino Capo di Roma Riccardo Di Segni, il presidente della Comunità Ebraica di Roma Ruth Dureghello e il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, il sindaco di Roma Virginia Raggi e il Ministro della Difesa Elisabetta Trenta e il presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani. Presente, inoltre, il giornalista e saggista francese Bernard Henry Lévy.
“L’essenza del 25 aprile – ha detto il presidente Dureghello – è nel coraggio di uomini e donne che hanno combattuto per questo Paese. Come allora oggi combattiamo per quegli stessi valori e alla memoria di quelle persone che si batterono fin nei vicoli di questa città. Noi dobbiamo ricordare quel sacrificio. Oggi ancora di più contro chi quella memoria vorrebbe banalizzarla, annacquare, inquinare. Ci furono oltre 2 mila partigiani ebrei che combatterono per la Liberazione, tra loro la Brigata Ebraica, che ha fronteggiato il nemico nelle strade, riaperto sinagoghe e distribuirono cibo”. “La memoria – ha sottolineato – oggi è messa in discussione più che mai e dobbiamo tutelarla dalle strumentalizzazioni. Abbiamo il diritto di festeggiarla: gli ebrei di Roma sono italiani e noi non abbiamo paura, oggi come allora. Non abbiamo paura dei razzisti, xenofobi e odiatori seriali. I nostri figli hanno diritto di vivere in un’Italia libera”.
“Dobbiamo ricordare quello che e’ accaduto 70 anni fa – ha spiegato Antonio Tajani, presidente del Parlamento Europeo – ma anche fare in modo che quel valore fondante della nostra civilta’ che si chiama liberta’ non sia mai dimenticato. Altrimenti il sacrificio dei caduti durante la guerra di Liberazione sarebbe vano. Chi tira missili e razzi contro lo stato di Israele si comporta come tutti coloro che hanno sempre combattuto gli ebrei nel mondo. Le radici dell’Unione europea sono anche radici giudaiche: le dodici stelle non sono soltanto gli stati fondatori dell’Europa, ma anche le dodici tribu’ di Israele”.
Mentre il sindaco di Roma Virginia Raggi che sottolineato che “non puo’ essere banalizzata questa celebrazione, non e’ una consuetudine. Dobbiamo continuare un’azione di resistenza quotidiana, perche’ il 25 aprile non e’ passato, ma e’ parte integrante della nostra identita’”.