In vista del tradizionale corteo Anpi del 25 aprile, che da
anni a Roma non vede la partecipazione né della Brigata Ebraica, né della Comunità
ebraica in polemica con la presenza di realtà filo-palestinesi con i loro
simboli e che nulla hanno a che vedere con la Resistenza e la lotta al
nazifascismo (anzi gli arabi furono su posizioni diametralmente opposte sostenendo
Hitler, come nel cado del Gran Muftì di Gerusalemme), quest’anno un primo
appello alla ‘riconciliazione’ arriva dai sindacati. Un’appello che negli anni scorsi l’Anpi aveva fatto cadere nel vuoto, rifiutandosi di condannare la presenza di ‘altri’ simboli, costringendo la Comunità ebraica di Roma a celebrare il 25 aprile in via Balbo, quella che fu la sede della Brigata Ebraica che, inquadrata nell’esercito inglese, partecipò alla Liberazione dell’Italia.
Quest’anno Cgil, Cisl e Uil territoriali in una nota chiedono che il
corteo “veda uniti esclusivamente i medaglieri e i vessilli delle
associazioni partigiane, combattentistiche, dei perseguitati dal fascismo,
degli internati militari, dei deportati nei campi di sterminio nazisti
accompagnati da tutte le cittadine e cittadini italiani che ne vogliono
celebrare il profondo significato storico, di ricordo e monito”. Per i
sindacati “in una società sempre più esposta alle intimidazioni, alla
violenza e alle rivendicazioni delle formazioni di estrema destra, quando non
dichiaratamente fasciste, la festa della Liberazione dovrà essere, quest’anno più
che mai, momento e occasione per una celebrazione inclusiva pacifica, aperta a tutti quelli che condividono
i valori su cui si fonda la nostra Costituzione, frutto prezioso della Resistenza”. Interpellato in merito, il spiega
all’ANSA: “A Roma dal 2014 c’è una ferita costituita dalla mancata
partecipazione della comunità ebraica al
corteo dell’Associazione Partigiani. Di qui il nostro appello”, ha
dichiarato il segretario generale della Cgil di Roma e Lazio Michele Azzola.
Alla domanda se le realtà filo-palestinesi non
parteciperanno con i rispettivi simboli al corteo, Azzola risponda:
“Nessuno può impedire a nessuno di partecipare ad un corteo, ma in quella giornata i simboli
ufficiali della sfilata saranno quelli
partigiani, perché è la Festa di Liberazione
dell’Italia. Tutti gli altri simboli avranno altri 364 giorni per essere esposti”.