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    ISRAELE

    Ufficiale: l’ONU inserisce Hamas nella “lista nera” per crimini sessuali di guerra

    Dopo quasi due anni dal massacro del 7 ottobre 2023, l’ONU ha finalmente riconosciuto quello che Israele denuncia sin dal primo giorno: Hamas ha usato la violenza sessuale come arma di guerra, in modo sistematico e deliberato. Il segretario generale Antonio Guterres ha inserito il gruppo terroristico nella lista annuale delle parti “sospettate in modo credibile” di aver commesso stupri e altre forme di violenza sessuale in contesti di conflitto armato.

    Il dossier che ha portato a questa decisione si basa su testimonianze di sopravvissuti, missioni ONU in Israele e sul recente “Progetto Dinah” dell’Università Bar-Ilan, che ha raccolto prove di abusi brutali compiuti durante l’attacco di Hamas: 1.200 civili israeliani uccisi, 251 rapiti, tra cui donne e bambini, vittime di atrocità indicibili. La definizione ONU di “pattern” esclude qualsiasi idea di atti isolati: si tratta di una strategia militare terroristica.

    Nonostante questo passo, Guterres ha colto l’occasione per “mettere in preavviso” Israele, chiedendo accesso illimitato a strutture come Sde Teiman per indagare su presunte violazioni contro detenuti palestinesi, ipotizzando addirittura l’inclusione dello Stato ebraico nella prossima lista. L’ambasciatore israeliano Danny Danon ha respinto queste accuse come “infondante” e ha ribadito che l’attenzione deve restare “sui crimini di guerra orrendi di Hamas” e sulla liberazione immediata dei 50 ostaggi ancora prigionieri a Gaza.

    Esperti come Anne Herzberg, legale di NGO Monitor, avvertono: l’inserimento di Hamas ha valore soprattutto simbolico e rischia di essere strumentalizzato contro Israele, trasformandosi in un’arma a doppio taglio. Hamas, già sanzionato da USA, UE e molti altri Paesi, non subirà reali cambiamenti operativi, mentre si moltiplicano le pressioni internazionali sugli unici che combattono davvero il terrorismo: le Forze di Difesa Israeliane.

    La “lista nera” ONU, creata nel 2010 e che include gruppi come ISIS e Boko Haram, dovrebbe servire a isolare e punire i responsabili di crimini efferati. Inserirvi Hamas è un passo dovuto, ma tardivo. Per Israele, la priorità resta una sola: distruggere l’organizzazione terroristica e riportare a casa tutti gli ostaggi.

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