Dallo scorso marzo i confini d’Israele sono stati finalmente riaperti ai turisti e da maggio è stato abolito l’obbligo dei tamponi: non resta perciò che preparare le valigie e programmare un bel viaggio in quei posti che ci sono tanto mancati ed abbiamo sognato di visitare durante il Covid, fra questi Gerusalemme. Quali sorprese ci aspettano nella capitale quest’estate?
Alcuni luoghi hanno approfittato della lunga, forzata mancanza di visitatori per rinnovarsi: i vicoli della città vecchia sono stati resi in gran parte agibili, quindi anche chi gira con carrozzine o sedie a rotelle troverà finalmente più semplice addentrarsi nelle pittoresche stradine. Entrando dalla Porta Nuova attraverso la strada principale del quartiere cristiano della città vecchia troverete diversi locali per assaggiare dolci e vini locali che hanno reso questa parte del quartiere molto più frequentata e vivace anche la sera. Uscendo dalle mura della città vecchia, sul cimitero militare nazionale israeliano del Monte Herzl è stata aperta al pubblico la “Sala nazionale per i caduti nelle guerre d’Israele”: un’impressionante e simbolica costruzione sotterranea fatta a spirale costruita con dei mattoncini bianchi. Ogni parte riporta il nome di un singolo caduto che ha perso la vita per difendere il Paese, sia nei suoi confini che all’estero, a partire dal 1860: accanto ad ogni nome si trova una candelina che si accende nel giorno della sua morte – la data ebraica per gli ebrei e la data gregoriana per i non ebrei. Ogni singola persona ha avuto la sua importanza: basterebbe togliere un solo mattoncino per far cadere in pezzi l’intera struttura. Sempre per chi fosse interessato alla storia d’Israele, sulla strada n.1 che collega Tel Aviv con Gerusalemme si trova il “Khan Sha’ar HaGai- Bab el Wad National Memorial Site”: all’interno del caravanserraglio di epoca ottomana sono state allestite sale con schermi interattivi che raccontano le vicende dei convogli che durante la Guerra d’Indipendenza coraggiosamente cercavano di attraversare la stretta valle che si inerpica verso Gerusalemme, con lo scopo di portare rifornimenti alla popolazione ebraica sotto l’assedio arabo. Questa strada fu palcoscenico di diversi scontri e sanguinose battaglie ed il sito commemora donne e uomini che persero la loro vita finché non fu trovato il percorso alternativo che permise alla popolazione ebraica di Gerusalemme la sopravvivenza. Un ultimo piccolo sito recentemente aperto al pubblico che tratta gli anni della guerra è il tunnel sul Monte Sion. Questo breve passaggio sotterraneo costruito in cemento armato era usato dalla popolazione ebraica negli anni in cui Gerusalemme era divisa: fra il 1948 ed il 1967 il Monte Sion si trovava ad essere un’enclave israeliana nel territorio giordano; era perciò molto pericoloso raggiungere i luoghi sacri che là erano situati – come la Tomba di David e il Cenacolo – spesso sotto mira dei cecchini giordani. Questo “tunnel-bunker” fu la soluzione, finché nella Guerra dei Sei Giorni Gerusalemme venne riunificata sotto il governo israeliano. Per chi invece volesse viaggiare in tempi più remoti della storia ebraica troverà un nuovo affascinante percorso archeologico all’interno del tunnel che ripercorre in maniera sotterranea il Muro occidentale (The Western Wall Tunnels): il cosiddetto “Percorso del grande ponte”. Questo tragitto sotterraneo permette di ritornare al livello della strada del periodo del Secondo Tempio, incontrando costruzioni monumentali, mikvaot (bagni rituali), antichi negozi, un piccolo teatro romano e ovviamente i resti del Kotel, rimasti interrati per circa 1600 anni e recentemente riportati alla luce. Nessun viaggio è completo senza una pausa in locali particolari: per chi sia alla ricerca di qualcosa di più romantico potrà godere della vista della città vecchia assaggiando vini e formaggi all’interno dello storico mulino Montefiore; per chi invece cercasse qualcosa di più alternativo troverà divertente fare un salto al HaMiffal Jerusalem – un ritrovo di artisti nascosto dai grandi alberghi nella zona Mamilla, o controllare le attività culturali o musicali proposte da Feelbeit, un luogo formato da israeliani e palestinesi che attraverso l’arte e la musica vuole creare ponti per vincere le divisioni a Gerusalemme accettandone le sue diversità. Quello che è certo è che le sorprese non mancheranno: “l’estate prossima a Gerusalemme”.
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