
“Proprio in questo luogo scegliamo di costruire la vita, di creare un orizzonte e un senso” così Yaron Weksman, cofondatore e CEO di HaGal Sheli, La mia onda, ha presentato a Tel Aviv il progetto del dodicesimo centro dell’associazione che nascerà sulla spiaggia di Zikim. Sarà uno spazio comunitario pensato per rafforzare la resilienza praticando il surf e offrendo trattamenti terapeutici alle comunità dell’area della Striscia di Gaza e del sud d’Israele.
Nel luogo in cui 17 civili e 2 membri della sicurezza sono stati brutalmente uccisi il 7 ottobre, nei prossimi cinque anni il nuovo centro potrà accogliere un bacino di utenza di 7.500 persone, tra vittime di traumi, rapiti ritornati da mesi trascorsi nei tunnel dell’orrore di Hamas, sopravvissuti al Nova Festival, famiglie in lutto, soldati dell’IDF e riservisti, forze di sicurezzae chiunque abbia bisogno supporto.

HaGal Sheli è un’organizzazione no profit israeliana che utilizza il surf e il mare come strumenti educativi e riabilitativi, fondata nel 2012 da due amici con la passione per l’educazione e per il mare; l’associazione è riuscita a crescere rapidamente e a sviluppare un modello di intervento innovativo. La missione di HaGal Sheli è duplice: da un lato offre un’opportunità formativa ai giovani che sono usciti o rischiano di uscire dal circuito scolastico o si trovano in condizioni di forte disagio sociale, dall’altro lato attiva percorsi di terapia del trauma per chiha vissuto esperienze drammatiche. L’approccio è centrato sul surf come metafora della vita: affrontare le onde, cadere e rialzarsi, gestire la paura e guadagnare fiducia in se stessi.
Oltre 13.000 giovani israeliani hanno fino ad oggi beneficiato del programma nelle località balneari di Bat Yam, Ashkelon, Nahariya, Kfar Galim e in alcune aree di Tel Aviv.
Inclusione e partecipazione multiculturale sono i valori su cui hanno puntato gli ideatori: ragazzi e ragazze di religioni e provenienze diverse si trovano fianco a fianco a sfidare insieme le onde con le tavole da surf. L’attività fisica nel mare richiede presenza, concentrazione e coraggio, qualità trasferibili alla vita quotidiana, le attività di gruppo favoriscono il supporto reciproco, la condivisione dell’esperienza e la costruzione di relazioni positive.
Dalle onde cresce la speranza di un popolo che crede nel futuro e nella rinascita anche dei più fragili.












