La cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Parigi 2024 di venerdì 26 luglio sarà ricordata come un evento maestoso, degno della grandeur francese e inedito per il suo svolgimento sulle acque della Senna e non all’interno di uno stadio olimpico come avvenuto in tutte le edizioni passate. Le barche, con a bordo i 204 paesi partecipanti e la squadra degli atleti rifugiati hanno attraversato il blindatissimo centro di Parigi per concludere il loro percorso di sei chilometri al Trocadero. Il coloratissimo e sfavillante spettacolo di grande suggestione, originale e raffinato, malgrado la pioggia, è partito dal ponte Austerlitz, accanto al Jardin des Plantes, ha toccato l’Ile Saint Luis e l’Ile de la Cité, è passato poi sotto i ponti parigini per permettere agli atleti e agli spettatori di tutto il mondo di ammirare la Ville Lumière in tutta la sua bellezza e i luoghi in cui si svolgeranno alcuni degli sport olimpici: dalla Concorde, alla spianata des Invalides, al Gran Palais. La sfilata delle squadre è stata aperta, come di consueto, dalla Grecia, paese in cui sono nati i Giochi Olimpici, seguita dagli atleti rifugiati, che hanno sventolato la bandiera olimpica. L’Italia ha sfilato per novantunesima dopo Israele. La squadra israeliana, con il Presidente dello Stato d’Israele Herzog sugli spalti, è composta da 88 atleti che gareggiano in 15 discipline sportive, con la speranza di conquistare quattro o cinque medaglie. Portabandiera il judoka Peter Paltchik, ucraino di nascita, vincitore ai Giochi di Tokio del 2020 della medaglia di bronzo nel judo a squadre e la nuotatrice americana di nascita Andi Mure.
Oren Smadga, allenatore della squadra maschile di judo, ha deciso di partecipare ai Giochi nonostante il figlio, Omer, sergente di I classe di 25 anni, sia stato ucciso in combattimento a Gaza poche settimane fa. Oren aveva vinto la medaglia di bronzo per Israele ai Giochi Olimpici di Barcellona del 1992 ” tra tutte le difficoltà e il dolore che devo fronteggiare – ha detto – voglio far sapere al mondo la mia missione e il mio impegno, in particolare in questo momento. Parteciperemo alle gare a testa alta, per raggiungere i nostri obiettivi con lo spirito di fratellanza che ci rafforza.”
“Ci sentiamo come emissari dello Stato d’Israele: i nostri atleti, ogni singolo atleta, sono qui per realizzare i propri sogni, ma c’è un altro livello, una missione nazionale cui ottemperiamo – ha fatto eco Yael Arad, presidente del Comitato Olimpico di Israele – Abbiamo già conquistato la nostra prima vittoria: siamo qui, non ci siamo arresi, dal 7 ottobre abbiamo partecipato a centinaia di gare. Ciò che ci guida è la bandiera di Israele”. Mostrando la spilla gialla che ricorda gli ostaggi ancora nelle mani di Hamas Yael Arad ha aggiunto: “Questo è ciò che ci guiderà durante l’intera durata delle Olimpiadi. Ognuno di noi è espressione di tutta la forza del popolo israeliano. Portiamo con noi gli ostaggi, i caduti, le famiglie, tutto ciò che rimanda a quanto accaduto il 7 ottobre sarà con noi, nei nostri cuori”.