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    Sotto la pioggia di missili di Hamas gli israeliani forniscono riparo alle vittime a quattro zampe

    L’operazione Spade di ferro e i tragici eventi del 7
    ottobre hanno scioccato e scosso l’intero Stato Ebraico. Oltre al devastante
    numero di vittime, molte persone sono state lasciate senza casa o costrette ad
    evacuare le loro comunità. Inoltre, le atrocità hanno colpito anche gli
    animali.

    Circolano video e immagini nelle quali animali
    grandi e piccoli vengono colpiti e uccisi a sangue freddo dai miliziani di
    Hamas. Alcuni animali sono riusciti a sfuggire agli orrori inflitti alle loro
    famiglie, senza nessuno che però si prendesse cura di loro. Molte famiglie che
    hanno dovuto evacuare di corsa, hanno lasciato le loro case e non sono state in
    grado di portare con sé i loro animali domestici. Mentre i primi soccorritori
    continuano quindi a lavorare 24 ore su 24 nelle comunità israeliane colpite
    dall’assalto terroristico di Hamas, che ha causato la morte di oltre mille
    persone, anche il gruppo di soccorritori degli animali è impegnato a seguire le
    perdite devastanti delle comunità in Israele.

    In tutto Israele, le organizzazioni per il benessere
    degli animali e i veterinari del paese si stanno unendo per assistere gli
    animali del sud e della periferia al confine con Gaza, ma anche di Gaza stessa.
    Alcuni fotografi militari hanno infatti condiviso negli scorsi giorni sui
    social video ed immagini di cani in cerca di una casa dopo esser stati tratti
    in salvo dall’IDF dalle zone di guerra.

    Tra gli sforzi per riunire le famiglie sfollate con
    i loro animali domestici, martedì è stata istituita una nuova hotline che
    consentirà alle persone di trasmettere informazioni sui loro animali domestici
    alle task force specializzate. I lavoratori effettueranno quindi operazioni di
    salvataggio per portare gli animali in un luogo sicuro dove potranno essere
    riuniti con i loro padroni. In una dichiarazione alla stampa, Shay Weisberger,
    uno degli organizzatori dell’iniziativa, ha detto che “molti animali sono
    stati lasciati e i loro proprietari stanno implorando aiuto”.

    “Chiamiamo i proprietari di cani e gatti, i cui
    animali sono stati lasciati indietro, e chiediamo di contattarci al nostro
    servizio clienti per darci i loro dettagli. Noi ci occupiamo di prenderci cura
    dei loro animali e di farli uscire”, ha detto Weinberg. Allo stesso tempo,
    la parte settentrionale del Paese si è preparata per possibili attacchi da parte
    del Libano, che hanno portato molte persone a evacuare o a scegliere di
    lasciare le loro case e i loro animali domestici.

    Vivendo in un villaggio nel nord di Israele, Tal (è
    stato chiesto che il nome reale fosse nascosto) si è ritrovato a prendersi cura
    di più di un animale domestico negli ultimi giorni mentre le famiglie
    lasciavano man mano l’area nel tentativo di rimanere al sicuro.

    “Vivo in un piccolo villaggio nella Galilea
    occidentale, a poco più di quattro chilometri (2,5 miglia) dal Libano”, ha
    detto al Times of Israel. “Una famiglia mi ha chiesto di prendermi cura del
    loro gatto, Hatzot. Gli ho dato da mangiare e riempito la sua acqua due volte
    al giorno” aggiungendo che il gatto sin dai primi giorni si è nascosto
    sotto i mobili per paura.

    Fondata dopo gli eventi del 7 ottobre, la National
    War Room for Dogs of War è composta dalle ONG Kirot Shkufim e Kelev Pagum e
    dall’organizzazione civile Kalbei Giborim. Le associazioni sono unite per
    fornire una risposta di emergenza ai proprietari di cani. Mentre queste
    organizzazioni di solito si concentrano su una serie di questioni riguardanti
    il benessere degli animali, dall’inizio della guerra la loro attenzione si è
    concentrata sul salvataggio e sul trasporto di cani in zone sicure. Il loro
    obiettivo è quello di riunire i cani con i loro familiari o altri parenti, o
    trovare agli animali case adottive.

    Queste associazioni aiutano anche coloro che sono
    chiamati per il servizio di riserva e che non hanno nessuno che si possa
    prendere cura dei loro cani. Mantengono inoltre un database di cani che
    risultano scomparsi nella speranza di riunirli con le rispettive famiglie. Ad
    oggi, la War Room ha ricevuto circa 200 richieste di salvataggio degli animali,
    tra cui 28 casi urgenti. Circa 60 animali domestici sono stati restituiti alle
    loro famiglie e 130 sono stati collocati con famiglie affidatarie o canili
    privati.

    Un’altra persona che è stata impegnata in questo
    mese nel prendersi cura degli animali è Danni Meyerson di Tel Aviv. Gestisce il
    Tiny Pet Rescue con 13 gatti, due cani e svariati gatti randagi. Meyerson era
    negli Stati Uniti a visitare la famiglia quando è scoppiata la guerra. Non
    appena è venuta a sapere quanto accaduto in Israele, è tornata di corsa per
    prendersi cura dei propri animali domestici e per aiutare le persone nella
    ricerca di un luogo sicuro per i loro animali. Dal suo ritorno, si è anche
    presa cura di gatti che non hanno una casa e affrontano il trauma delle sirene
    e delle intercettazioni dei razzi fornendo loro cibo e cure veterinarie con
    l’aiuto dei veterinari locali.

    L’attacco del 7 ottobre ha portato scompiglio e
    paura nelle menti e nei cuori degli israeliani, oltre che degli ebrei di tutto
    il mondo. Tuttavia, anche gli animali temono il peggio, hanno paura del suono
    dei razzi e senza le loro famiglie hanno perso ogni punto di riferimento.
    Queste associazioni li sostengono e si prendono cura di loro, sperando che
    presto possano tornare a casa dalle loro famiglie o trovarne presto, perché no,
    una nuova pronta ad accoglierli e dar loro cibo e amore.

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