La famiglia di una donna israeliana uccisa in un incidente in
barca in Cile la scorsa settimana ha scoperto che nella sua bara era stato
messo il corpo sbagliato. La scoperta e’ avvenuta pochi minuti prima del funerale.
Dina Porat, 71 anni, era rimasta uccisa insieme ad altre due donne israeliane
in un incidente nel sud del Cile lo scorso 23 febbraio: una zattera con a bordo
una decina di turisti israeliani si e’ rovesciata in un fiume nel parco nazionale
Torres del Paine.
Poco prima dei funerali in programma a Rishpon, nel centro di
Israele, la famiglia della Porat ha scoperto che, invece del suo corpo era
stato inviato quello di un’altra vittima dell’incidente, la 61enne Galila
Biton, il cui funerale e’ previsto per domani a Nesher, vicino a Haifa. Il
ministero degli Esteri ha espresso “rammarico” per l’incidente, ma h dato la colpa alla confusione delle autorita’
cilene. Secondo quanto riferito dal ministero, il console israeliano ha verificato
l’identita’ delle vittime insieme alle famiglie e ha sigillato le bare.
L’ambasciatore israeliano sta cercando di accertare eventuali responsabilita’
dei funzionari locali che si sono occupati del rientro in patria delle salme. La
terza vittima dell’incidente e’ invece Dalia Ronen, 76 anni, madre
dell’ambasciatore israeliano in Uruguay, Galit Ronen. Nell’incidente sono rimaste
anche ferite piu’ di dieci persone. Le vittime erano tutte di eta’ compresa tra
60 e 70 anni e facevano parte di un gruppo organizzato. Secondo i esoconti dei media in Israele, i funzionari
ritengono che un ceppo o un pezzo di legno trasportato dal vento si sia
depositato nel motore e che il comandante abbia perso il controllo
dell’imbarcazione, che si e’ poi schiantata contro un ostacolo nel fiume,
scagliando le persone che erano a bordo in balia delle correnti.