Durante la visita alla base di Nevatim, che è stata colpita dai missili iraniani, il capo di stato maggiore dell’IDF Herzi Halevi ha annunciato che l’attacco iraniano effettuato domenica mattina presto incontrerà una risposta israeliana.
Mentre gli alleati chiedono moderazione e hanno chiesto di evitare una escalation, il Gabinetto di guerra israeliano ha confermato che ci sarà una risposta, che ancora deve essere definita. Alcuni sostengono un’azione rapida e decisiva per dare un segnale di forza, mentre altri invitano alla pazienza, suggerendo che l’attesa potrebbe attirare ulteriore sostegno internazionale o creare maggiori vantaggi strategici.
Nel frattempo il premier israeliano durante una riunione dei ministri del Likud ha affermato che l’Iran dovrà aspettare “nervosamente senza sapere quando potrebbe arrivare l’attacco, proprio come ha fatto fare lo stesso a Israele”. Lo Stato Ebraico, ha aggiunto detto Netanyahu, “risponderà all’attacco dell’Iran ma lo farà in maniera saggia e non di pancia”.
Secondo quanto riferito dal Washington Post, citando fonti israeliane, il primo ministro Benjamin Netanyahu avrebbe chiesto all’IDF i “potenziali obiettivi” per un attacco israeliano all’Iran. Secondo il quotidiano statunitensi, le opzioni includono una struttura iraniana a Teheran o un attacco informatico. Giora Eiland, ex capo del Consiglio di Sicurezza Nazionale e capo del dipartimento delle operazioni dell’IDF, intervistato da Channel 12, ritiene che Israele non abbia bisogno di attaccare direttamente l’Iran, e dovrebbe invece reagire in modo diverso. “Se si vuole mettere gli iraniani al loro posto e magari anche metterli alla prova, ci sono altri due ambiti: uno è in Siria” ha spiegato Eiland, sottolineando che in questo modo si impedirebbe all’Iran di costruire una sorta di “Hezbollah 2”. Secondo lui però il luogo più importante è il Libano. “La sfida numero uno di Israele – militarmente, diplomaticamente e strategicamente – è il Libano” ha aggiunto.
Il direttore generale dell’AIEA, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, Raphael Grossi, ha espresso estrema preoccupazione per un eventuale attacco israeliano agli impianti nucleari iraniani e ha esortato “estrema moderazione”.