Re’im tornerà a tingersi di verde. Proprio nei pressi del kibbutz dove lo scorso 7 ottobre si è compiuta la strage di centinaia di giovani israeliani per mano dei terroristi di Hamas, i familiari in lutto hanno piantato alberi in memoria delle 364 vittime. La cerimonia, svolta a ridosso della festività ebraica di Tu Bishvat – il capodanno degli alberi -, è stata promossa dal Keren Kayemeth LeIsrael, nell’ambito di un progetto speciale per il rinnovamento del territorio d’Israele.
“Il 7 ottobre lo Stato di Israele ha vissuto uno dei suoi giorni più bui dalla sua fondazione. – ha affermato Ifat Ovadia Lusky, presidente del KKL-JNF – Il kibbutz Re’im, luogo vivace visitato da centinaia di migliaia di persone ogni anno, si è trasformato nella scena di un terribile massacro. Il dolore delle famiglie in lutto è il dolore dell’intero popolo israeliano. Noi siamo al loro fianco. La storia del popolo di Israele non è solo una storia di sconvolgimenti ma è anche di resilienza. A Tu Bishvat trasmettiamo un messaggio di rinnovamento e speranza: risorgeremo dalla polvere e faremo crescere nuove vite a Re’im e in tutto Israele”.
“Shahak – hanno detto i genitori Mirav e Doron Mader – era uno studente dell’Università Ben-Gurion studiava gestione alberghiera e turistica, uno studente eccezionale e un combattente della Brigata Nahal. Oggi siamo venuti a piantare un albero in suo ricordo, sperando di vedere l’albero forte e rigoglioso mettere radici nel terreno”.
Nurit Shalom, madre di Ram assassinato al Festival, ha aggiunto: “Il mio amato figlio era un ragazzo allegro che amava la vita. Siamo tornati dagli Stati Uniti due giorni prima dell’evento musicale. Mi aveva detto che sarebbe andato al rave, purtroppo non è tornato. Oggi sono venuta alla cerimonia per piantare una piantina di eucalipto in sua memoria grazie al KKL – JNF”.
Credit foto: Yossi Ifargan KKL JNF Archive