Israele ha dato un significativo contributo alla missione verso Giove appena partita.
Gli avanzatissimi strumenti a bordo della sonda JUICE (sigla di JUpiter ICy moons Explorer, ‘esploratore delle lune ghiacciate di Giove’) dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) sono stati realizzati non solo grazie alla comunità scientifica e all’industria italiana ma anche attraverso diverse cooperazioni internazionali, fra cui l’Agenzia Spaziale Israeliana (ISA).
La sonda, lanciata giovedì scorso dallo spazioporto di Kourou, nella Guyana francese, a bordo del razzo vettore Ariane 5, percorrerà 750 milioni di chilometri per raggiungere Giove entro il 2031. Dopodiché per quattro anni esplorerà il gigante dei pianeti e le sue lune ghiacciate Ganimede, Europa e Callisto.
Tra i più innovativi dispositivi a bordo, un oscillatore ultrastabile, realizzato da un team del Dipartimento di Scienze della Terra e dei pianeti del Weizmann Institute of Science, guidato dal Prof. Yohai Kaspi e dal Dr. Eli Galanti. Questo strumento, il più preciso e avanzato del suo tipo al mondo, permetterà un’indagine accurata dell’atmosfera di Giove. Prodotto dalla società israeliana AccuBeat, è stato finanziato dall’Agenzia Spaziale Israeliana.
“Questo non è il nostro primo coinvolgimento in missioni spaziali internazionali, ma il fatto che si tratti di una creazione completamente israeliana lo rende molto speciale per noi” ha affermato Kaspi, come riporta Arutz Sheva. Il gruppo di ricerca del Weizmann ha iniziato a lavorare al progetto nel 2013, non appena l’ESA ha annunciato la missione. “Quando mi sono avvicinato per la prima volta all’Agenzia Spaziale Israeliana con l’idea di costruire l’oscillatore, sembrava un compito impossibile, ma l’impegno dell’Agenzia e la sinergia tra l’industria e il mondo accademico lo hanno reso possibile” ha aggiunto Kaspi.
“L’Agenzia Spaziale Israeliana – ha detto Uri Oron, direttore dell’ISA – è orgogliosa di prendere parte a questa importante missione dell’Agenzia Spaziale Europea, sia in termini di ingegneria e tecnologia, sia di ricerca. Lo studio, condotto presso l’Istituto Weizmann, costituirà indubbiamente una componente chiave nel programma e continuerà a far progredire la ricerca spaziale in Israele, collocandolo tra i leader mondiali del settore”.
Gli scienziati del Weizmann, inoltre, parteciperanno all’osservazione dei tre satelliti, a cui potranno dare il loro contributo grazie alla loro esperienza. Le lune gioviane, completamente ghiacciate, potrebbero rappresentare il più grande deposito di acqua del sistema solare. La ricerca, quindi, è fondamentale per la conferma dell’esistenza di oceani sotterranei e, in tal caso, indicare anche la possibilità di condizioni favorevoli allo sviluppo di forme di vita.