Misteriosi manoscritti antichi, iscrizioni e tavolette incomprensibili. Ogni anno vengono scoperti numerosi reperti, che costituiscono una fonte essenziale di informazioni sulla storia del Vicino Oriente. Purtroppo, quando sono troppo danneggiati, risultano però illeggibili. Per gli esperti e gli epigrafisti, che utilizzano procedure manuali, decifrarli diventa una sfida lunga e laboriosa.
Un team di ricercatori del Dipartimento di Ingegneria del Software e dei Sistemi Informativi dell’Università Ben-Gurion del Negev è riuscito ad applicare per la prima volta la ‘modellazione linguistica mascherata’ (una tecnica basata sull’intelligenza artificiale, grazie alla quale il sistema impara a prevedere le parole mancanti) su iscrizioni in ebraico e in aramaico per comprendere frasi, parole o blocchi di testo danneggiati.
Sotto la supervisione del Prof. Mark Last, gli ingegneri Niv Fono, Harel Moshayof, Eldar Karol e Itay Asraf hanno sviluppato “Embible”, un programma, che utilizza l’IA, presentato il mese scorso all’ European Conference in the field of computational linguistics
Gli studiosi hanno ‘addestrato’ l’intelligenza artificiale su 22.144 frasi dell’Antico Testamento e poi è stata testata sulle altre 536 frasi con successo. “Possiamo aiutare gli storici che hanno dedicato la loro vita a decifrare questi testi antichi nel modo più accurato possibile. – ha affermato il Prof. Last – Inoltre, credo che il modello possa essere esteso anche ad altre lingue antiche e complesse dal punto di vista morfologico”.
Credit foto Jennifer Munro