Questa sera celebreremo Yom haZikharon, il giorno del ricordo. Le sirene scandiranno la tristissima giornata in cui più di un milione e mezzo di persone varcherà, come ogni anno, le soglie dei cimiteri militari per ricordare un padre, una madre, un figlio, una figlia, un parente, un amico, un commilitone. Agli oltre duemila piccoli orfani andrà il pensiero commosso di ognuno di noi.
Tante, troppe sono le storie dei caduti che hanno lasciato giovani donne sole, ‘senza anello’, inconsolabili nel dolore per la perdita della persona amata.
Nel 1988 è stata fondata l’organizzazione umanitaria Girlfriends of Fallen IDF Soldiers (GFIDF) dedicata alle ragazze dei soldati di IDF uccisi. Shalom ha incontrato Rina Kahan che ne è stata direttore generale fino a pochi mesi or sono e che con grande generosità ha ripercorso la sua storia: ricordi, emozioni, affetti indelebili per cui provare un profondo rispetto.
172008 è il numero che è stato tatuato sul braccio di suo papà ad Auschwitz. Quale è il nesso tra la sua storia di figlia di un sopravvissuto alla Shoah e quella del “suo” soldato ucciso durante la guerra di Yom Kippur?
Papà era un uomo speciale, ottimista, amava la vita, aiutava sempre gli altri, è stato un esempio nel momento in cui ho dovuto affrontare la tragedia che mi ha colpita. È arrivato in Israele, ha aperto una industria di reti per la protezione dei frutteti, lavoravo con lui e andavo al liceo, un pomeriggio la mia classe è stata invitata ad un incontro con i soldati dell’IDF, lì ho conosciuto Tziki.
Chi era Zvi (Tziki) Broide?
Nel 1971 Tziki era il mio fidanzato, il sole della mia casa, eravamo molto innamorati. Era militare nel Sinai, quando trovava un telefono nei pressi della base mi chiamava, all’epoca non c’erano i cellulari, mi scriveva lettere bellissime, pianificavamo il nostro futuro, pensavamo di sposarci.
Cosa accadde il 5 ottobre 1973?
Eravamo a Ramat Aviv felici a casa sua, era venerdì pomeriggio, Kippur sarebbe cominciato poche ore dopo, Tziki ricevette la chiamata dalla base, nessun dettaglio, doveva partire subito, lo accompagnai, lo salutai certa di rivederlo presto. Chi avrebbe mai creduto che sarebbe stato un addio?
Quanto tempo passò prima che avesse sue notizie?
2 mesi. Due interminabili mesi.
Tziki fu ucciso la notte del 6 ottobre, primo giorno della Guerra del Kippur ma come mai trascorsero così tanti giorni?
Il 16 ottobre gli inviai una lettera che mi tornò indietro, era ufficialmente disperso. A metà dicembre un ufficiale dell’unità di Tziki arrivò a casa dei suoi genitori, anch’io era da loro, andavo spesso, avevamo un ottimo rapporto, mi consideravano come una figlia, ci dette la terribile notizia dell’uccisione.
Quando fu ritrovato il suo corpo?
5 mesi dopo la fine della guerra gli egiziani permisero a IDF di raggiungere il luogo in cui Tziki era stato ucciso. Ritrovarono il suo corpo insieme a quello di altri suoi commilitoni. Venne così celebrato il suo funerale a Kyriat Shaul.
Lei divenne così una ragazza senza anello.
Sono rimasta sola nel mio dolore, ammutolita, incredula. Era finito il mio futuro. Tutto quello che avevo sognato non c’era più. Ho impiegato quattro anni per riprendere in mano la mia esistenza.
Il papà di Tziki morì anche lui?
9 mesi dopo il figlio, suo padre fu colpito da un infarto. Il suo cuore non resse il dolore. Come lui molti padri di soldati caduti non riescono a sopravvivere.
Dalla morte al ricordo, alla vita.
Quando ho terminato il militare sono tornata a lavorare con papà, ho conosciuto l’uomo che sarebbe diventato mio marito, senza mai dimenticare Tziki. Il mio primo figlio è nato il giorno di Kippur, riportandomi sempre alla memoria quel terribile Kippur del 1973.
Girlfriends of Fallen IDF Soldiers ha raggiunto obiettivi importanti, può tratteggiarli?
La nostra organizzazione affianca, con una unità speciale di pronto intervento, ogni ragazza che perde il proprio compagno fin dal momento in cui riceve la terribile notizia, abbiamo ottenuto dall’esercito che oltre alla famiglia le giovani vengano subito informate del decesso dei loro fidanzati. Dal 2017 le ragazze hanno diritto ad osservare la shivà, sia nel pubblico impiego che nel privato.
Un pensiero per i 75 anni dello Stato d’Israele.
Il ricordo di chi ha sacrificato la propria vita per il paese che amiamo incondizionatamente non ci abbandonerà mai, vorremmo veder sempre gioire il nostro popolo nella sua Terra.
In copertina Rina e Tziki nel 1973, pochi giorni prima dello scoppio della Guerra del Kippur