Non solo il sangue. Anche il latte materno è indispensabile e, in questo momento così difficile per Israele, sono centinaia le madri che ogni giorno contribuiscono alla Banca nazionale del latte materno del Magen David Adom, donando il prezioso alimento a neonati affetti da gravi patologie, a prematuri, agli orfani, come anche ai bambini le cui madri prestano servizio sul fronte e sono impossibilitate ad allattare.
Da quando è iniziata l’operazione “Spade di ferro”, l’organizzazione è riuscita a fornire oltre 600 litri di latte materno. Prima della guerra si registravano circa 750 donatrici, alle quali ora se ne sono aggiunte altre 200. Tuttavia, sono 700 le donne che devono essere sottoposte a screening medici e indagini per donare il latte.
Come riporta il Jerusalem Post, il progetto è guidato da Sharon Bansburg- Zabary, direttrice della Banca del latte, Hadar Amit, che si occupa del rapporto con le donatrici e Miriam Farhat, membro dell’equipe.
Prima del conflitto, venivano distribuiti circa 170 litri di latte al mese. Ora la domanda è aumentata, rendendo ancora più necessaria la raccolta, la conservazione e l’etichettatura manuale con data di consegna di ogni bottiglia. “Ormai le donne sono in prima linea. – ha detto Bransurg-Zibary – Le madri riserviste oggi sanno che i loro figli sono in buone mani, poiché ricevono nutrimento essenziale e amore indipendentemente dai legami biologici”.
Nel raccontare la storia di un bambino nato prematuro, salvato proprio dalla Banca del latte, Bansburg- Zabary ha aggiunto: “La madre mi ha contattato per ringraziarmi… Alla fine questo è molto di più che salvare una vita, è qualcosa di spirituale che arriva con amore”.