Si è svolta ieri di fronte al Muro del Pianto a Gerusalemme la cerimonia di Stato per Yom HaZikaron, il Giorno del ricordo dei soldati caduti nella difesa di Israele e delle vittime del terrorismo. La cerimonia ufficiale è iniziata domenica sera alle 20:00 con il presidente Isaac Herzog che ha affermato che il popolo ebraico ha sempre sognato la pace, ma finché Israele rimarrà sotto attacco “non deporrà le spade”.
“Sono qui con le vesti strappate, simbolo del lutto e del dolore di un intero popolo” che quest’anno ha visto il più alto numero di vittime da cinquant’anni a questa parte. “Questo è un anno di lutto nazionale”, ha detto Herzog. Nel suo discorso il presidente si è rivolto anche ai “nostri fratelli e sorelle tenuti in ostaggio” e alle loro famiglie, sottolineando che durante le giornate nazionali celebrate questa settimana, “non dimentichiamo mai che non esiste comandamento più grande di quello di riscattare i prigionieri”
Herzog ha ricordato inoltre i sacrifici compiuti da centinaia di soldati caduti dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre e la conseguente guerra a Gaza, sottolineando che solo poche ore prima dell’inizio della cerimonia sono stati uccisi altri 5 soldati.
“Come comandante delle Forze di difesa israeliane durante la guerra, sono responsabile del fatto che l’IDF ha fallito nella sua missione di proteggere i cittadini dello Stato di Israele il 7 ottobre” ha affermato il capo di stato maggiore dell’IDF Herzi Halevi. “Porto con me ogni giorno il ricordo dei caduti e ho il compito di rispondere alle domande che vi tengono svegli. – ha aggiunto – Non conoscevo tutti i caduti, ma non li dimenticherò mai. Non ho avuto il tempo di visitare le loro case, ma sarò sempre impegnato con voi: genitori, figlie e figli, fratelli e sorelle, coniugi, nonni e nonne”.
“Finché i nostri nemici insorgeranno contro di noi, staremo in guardia, saremo pronti e vigili, e risponderemo con forza a qualsiasi tentativo di farci del male e colpiremo coloro che cercano di ucciderci”, ha proseguito.
Il Primo ministro israeliano Netanyahu è intervenuto invece alla cerimonia di Yad Labanin, dove ha lanciato un messaggio inclusivo, alla presenza dei leader drusi e beduini. “Il forte impegno nei confronti del nostro Paese abbraccia tutti i nostri combattenti in questa difficile guerra – ha affermato – ebrei, drusi, cristiani, musulmani, beduini e circassi”. Il Primo ministro ha voluto sottolineare come lui pensi ai familiari in lutto “ogni giorno, nello stesso modo in cui penso a mio fratello Yoni ogni giorno”. Yoni Netanyahu fu ucciso durante l’operazione a Entebbe nel 1976.
“I nostri cari sono sempre davanti ai nostri occhi, con la chiara consapevolezza che lo Stato di Israele esiste grazie a loro” ha concluso.Il presidente della Knesset Amir Ohana invece ha aperto le cerimonie, accendendo una candela commemorativa con i genitori e i fratelli del maggiore Jamal Abbas, soldato druso ucciso combattendo a Gaza a novembre. “Anche coloro che non conoscevano Jamal lo rimpiangono e lo apprezzano”, ha detto Ohana. “Voglio ringraziarvi per aver cresciuto un eroe”.
Nel suo discorso Ohana ha definito l’attacco di Hamas del 7 ottobre “una delle manifestazioni del male più orribili della storia” e ha affermato che l’unico modo per essere degni del sacrificio dei caduti è bandire “il virus maledetto del conflitto e dell’odio dal Paese”. “L’attacco di Hamas – ha detto – ci ha ricordato cose che volevamo dimenticare. Cose per le quali abbiamo giurato ‘Mai più’”.