
In un’iniziativa che unisce spirito patriottico e solidarietà, 21 pensionati israeliani – per lo più nonni – hanno lasciato la tranquillità della propria routine e i loro cari per spostarsi verso le comunità del nord, duramente colpite dai missili di Hezbollah e dagli scontri con Hamas, con l’obiettivo di ricostruire e rafforzare il tessuto sociale locale. Tra loro c’è Snonit Eisenstein, ex direttrice di un asilo del Kibbutz Ramot Menashe, che ha scelto di trasformare il dolore in azione concreta: “Ci lamentavamo da anni – ha raccontato la donna – Ho deciso di smettere di lamentarmi e iniziare a contribuire per rimettere tutto a posto”. Ad accoglierla ci sono le comunità di Mateh Asher – kibbutz come Eilon, Hanita, Matzuva e Ga’aton – dove questi volontari si impegnano in campi come istruzione, assistenza sociale e sostegno alla vita quotidiana, in base ai bisogni del consiglio regionale.
Il progetto, promosso dall’organizzazione Elul in collaborazione con JDC-Eshel e varie fondazioni filantropiche, intende trasformare l’ondata di volontariato successiva al 7 ottobre in un movimento strutturato e continuo. Una rete analoga, promossa dal movimento Emunah, partirà nel prossimo anno a Kiryat Shmona. I volontari non agiscono da soli: vivono all’interno di strutture comunitarie e trovano supporto reciproco.