La tomba del Rabbino Shimon Bar Yochai sul Monte Meron è da tempo meta di pellegrinaggio nel giorno di Lag Baomer, che secondo una tradizione è il giorno in cui R. Shimon Bar Yochai rivelò l’interpretazione mistica della Torà che poi fu raccolta nel libro dello Zohar (Splendore). In questo giorno, che già nelle fonti più antiche è considerato un giorno festivo, molti usano recarsi presso la tomba del Maestro e gioire in suo onore, cantando e ballando intorno a dei falò accesi per l’occasione. Ripercorriamo attraverso alcune fonti antiche la storia di questo uso.
Le tombe di Rabbi Shimon bar Yoḥai e di suo figlio Rabbi Elʿazar a Meron sono le più autentiche di tutte le tombe venerate nella Galilea, poiché sono già citate nella letteratura talmudica e midrashica (Talmud Bavli, Bava Metzi’à 84b; Qohelet Rabba 11), mentre la tradizione della maggior parte delle altre tombe non risale che al XII secolo. Tuttavia non sono menzionati dai due viaggiatori del XII secolo: Binjamin di Tudela e Petacḥya di Ratisbona, che visitarono Meron e che ricordano solo le tombe di Hillel e di Shammai e di altri Maestri. Nel racconto del viaggio di Petachia si narra per la prima volta anche di un miracolo legato a una sorgente di acqua, che avveniva presso queste tombe e che attirava i pellegrini anche da paesi lontani. Dall’inizio del XIV secolo alla metà del XVI secolo sentiamo parlare di una giornata annuale di pellegrinaggio alle tombe di Hillel e Shammai a Meron il 15 di Iyyar (Pesach Sheni). La caratteristica principale di questo pellegrinaggio erano le preghiere per un anno piovoso e i miracoli dell’acqua. A quel pellegrinaggio partecipavano ebrei e arabi insieme, e difatti il pellegrinaggio e il miracolo dell’acqua è riportato anche da alcuni autori arabi. Una testimonianza di questo pellegrinaggio ci viene dal rabbino italiano Moshè Bassola, che nel 1521 visitò Meron e che ci dà in un suo resoconto del viaggio una descrizione dettagliata di questo luogo. Fu solo nella seconda parte del XVI secolo che il pellegrinaggio annuale a Meron cambiò data, luogo e carattere. Fu trasferito dalle tombe di Hillel e Shammai a quelle di R. Shimon bar Yoḥai e suo figlio, dal 15 di Iyiar (Pesacḥ Sheni) al 18 di Iyiar (Lag Baʿomer), e dal carattere di festa dell’acqua venne trasformato in festa del fuoco, come è conosciuto fino ai giorni nostri. Cosa ha portato a questo cambiamento? Nei primi testi dei cabalisti di Tzefat non si parla del giorno di Lag Baomer, ma di altri periodi precedenti la festa di Shavuot e di Rosh hashana. L’unica menzione nella letteratura cabbalistica dei festeggiamenti di Lag Baʿomer a Meron, legati alla figura di Rabbi Shimon Bar Yochai è una storia attribuita a R. Ḥayim Vital, il principale alunno dell’Arizal (R. Yitzchaq Luria), in cui egli racconta che il suo grande Maestro, nell’anno del suo arrivo dall’Egitto (ca. 1570), fece un pellegrinaggio a Meron con la sua famiglia proprio a Lag Baʿomer. La storia ci è pervenuta in più versioni, diverse in alcuni dettagli, ma in tutte le versioni è evidente che l’intenzione dell’autore non è che quella di dare una giustificazione a una festa di pellegrinaggio che evidentemente era già in uso. Secondo una tradizione riferita dal Chidà (Rav Chayim Yosef David Azulai) R. Josef Caro nel XVI secolo si oppose al nuovo pellegrinaggio alla tomba di R. Shimon, e aveva già preparato un comunicato scritto, ma “dal Cielo non approvarono” e il documento fu da lui strappato. La tradizione di recarsi in pellegrinaggio presso la tomba di R. Shimon nel giorno di Lag Baomer si è diffusa maggiormente dopo la stampa di due testi kabbalistici: il Chemdat Yamim, stampato a Smirne 1731, di cui non si conosce l’autore, e il Mishnat Chasidim, opera kabbalistica del Rabbino italiano Immanuel Chai Ricchi, stampata ad Amsterdam nel 1727. Il Chemdat Yamim non riporta l’uso di visitare la tomba del Maestro, ma scrive che “si usa studiare i suoi scritti cabbalistici e gioire in suo onore”; è in questo testo che il giorno di Lag baOmer viene identificato per la prima volta come anniversario della morte di rabbì Shimon. Nel Mishnat Chasidim leggiamo invece “è mitzwà gioire per la gioia di Rabbì Shimon bar Yochai, e chi abita in Eretz Israel vada a gioire sulla sua tomba”. Negli anni successivi vengono stampati dei formulari specifici per la giornata di Lag Baomer, e si diffonde sempre di più l’uso di andare a Meron in pellegrinaggio alle tombe e di gioire in suo onore.
Concludiamo questo breve articolo con una cronaca del giovane Rabbino Elio Toaff sui festeggiamenti a Meron in occasione di Lag baOmer nel 1954 (da La Voce della Comunità Israelitica di Roma).
Meron, 21 maggio
Una moltitudine di popolo fin dalle prime luci del giorno di Lag ba-omer si è dato convegno a Meron presso il sepolcro di R. Shimon bar Johai per assistere alle celebrazioni indette dal Ministero dei Culti. Una quantità enorme di stranieri si è unita alle carovane di carri e di macchine che per tutta la giornata sono affluiti a Meron.
La tomba del grande Rabbino era sommersa dai lumi che a migliaia vennero accesi in Suo onore.
Le celebrazioni vere e proprie hanno avuto inizio alle otto di sera, allorquando il Rabbino di Safed S. Cohen Kaplan recando un antichissimo Sefer Torà in braccio, ha acceso i grandi falò sul monte mentre il popolo si abbandonava ai canti e alle danze. Nello stesso tempo il Rabbino militare insieme a migliaia di soldati, mentre le bande dell’esercito suonavano il Bar Johai, accesero grandi falò tutto intorno a Meron.
Pubblico e soldati si unirono poi nelle danze intorno ai grandi fuochi visibili come nei tempi antichi a grandissima distanza.
A Gerusalemme il Presidente Ben Zewi è comparso improvvisamente insieme alla Sua Signora nel popolare quartiere dei Hasidim per partecipare alla festa intorno al grande falò. Egli rimase commosso nel sentire i famosi, secolari canti hassidici, che, in Suo onore, giovani e vecchi intonarono danzando e ripeterono, seguendolo sulla via del ritorno verso la sua abitazione.