Noa Argamani ha condiviso un toccante messaggio su Instagram per commemorare il 400° giorno di conflitto. La sua storia ha riportato alla luce il dramma dei 101 ostaggi ancora trattenuti, esprimendo la frustrazione e il dolore di chi, come lei, ha vissuto mesi di angoscia, paura e incertezza.
Argamani ha descritto il profondo senso di disperazione provato durante i giorni di prigionia: “Non saprei nemmeno descrivere il senso di frustrazione che provavo ogni giorno. Un altro giorno passava, e ancora un altro giorno pieno di totale incertezza e disperazione. ‘Quando arriverà il mio turno di tornare a casa? Vi siete dimenticati di me? Mi avete lasciata indietro?’”
Uno dei momenti più difficili è stato per lei “quando sono stati aggiunti altri cento giorni ai cento precedenti”. Da quel giorno, ha ricominciato a contare, consapevole che le condizioni di vita sarebbero peggiorate mentre la disperazione aumentava.
Durante i mesi di prigionia, Argamani ha trovato conforto nell’arte, dipingendo alcune immagini che Hamas aveva poi diffuso in un video prima della sua liberazione, avvenuta l’8 giugno grazie all’Operazione Arnon. In quell’operazione, è stata liberata insieme ad altri tre ostaggi: Almog Meir Jan, Andrey Kozlov e Shlomi Ziv. Da allora, la giovane non ha smesso di battersi per coloro che si trovano ancora nelle mani dei terroristi palestinesi. Ad agosto, ad esempio, ha incontrato i funzionari dell’ambasciata israeliana a Tokyo, e, in occasione della sua prima testimonianza pubblica dopo la liberazione, ha chiesto all’ambasciata giapponese di impegnarsi per il rilascio degli oltre 100 ostaggi ancora detenuti da Hamas.
Con questo messaggio, Noa Argamani spera di riportare l’attenzione sulla situazione disperata degli ostaggi e di incoraggiare ogni possibile sforzo internazionale per riportarli a casa.