Verso la fine del dominio ottomano, Gerusalemme non era una destinazione turistica particolarmente attraente come oggi. Venti di cambiamento iniziarono a soffiare sulla città durante la seconda metà del XIX secolo. Le grandi potenze colonialiste aiutarono il governo ottomano a mantenere il controllo della città dopo un breve periodo di dominio egiziano sotto Muhammad Ali e Ibrahim Pasha. In cambio di questo aiuto, alle potenze internazionali venne offerto un punto d’appoggio nella famosa città, che ancora lottava per mostrare la sua grandezza. Gran Bretagna, Prussia e Francia furono le prime a stabilire le proprie istituzioni a Gerusalemme, e altre superpotenze seguirono. Molti ebrei cominciarono a migrare dall’estero per investire e costruire nella terra d’Israele (il più famoso è stato Sir Moses Montefiore). Nel frattempo, il movimento sionista acquisiva più forza. Personaggi storici arriveranno in Israele, come Ben-Yehuda che si stabilì a Gerusalemme nel 1881.
Questo grande afflusso di pellegrini e visitatori spinse Menachem Mendel Boim di Kaminitz – in Lituania – a riflettere sulla possibilità che chiunque potesse fornire un posto decente in cui soggiornare in città sarebbe andato incontro ad un’enorme opportunità economica. Mendel era cresciuto in una famiglia ebraica ortodossa a Kaminitz, ma il suo sogno era stato sempre la Terra d’Israele. Sposò Tzipa, la figlia del rabbino Uri Lipa, e si stabilì a Safed. Dopo alcune sventure, i due si trasferirono a Gerusalemme, dove costruirono la loro piccola pensione, il primo vero hotel nella moderna Terra d’Israele. Era una locanda piuttosto modesta, ma era pulita, rispettabile e in linea con lo stile europeo.
Fu però il figlio di Menachem Mendel, Eliezer Lipman Kaminitz, a portare l’azienda di famiglia al livello successivo: nel 1883 affittò un edificio situato tra Ha-Nevi’im Street e Jaffa Street dalla Volhynia Kolel e aprì ufficialmente il nuovo e moderno “Hotel Jerusalem”. Non si trattava già più di una locanda modesta che offriva solo letti puliti o una colazione decente, ma si trasformò in un alloggio dotato di tutti i comfort dell’epoca: pentole da camera, zanzariere e vasche da bagno che attendevano i viaggiatori che arrivavano dall’altra parte del mondo.
Nel libro degli ospiti dell’hotel, conservato oggi presso la Biblioteca Nazionale d’Israele, la prima a raccontare questa storia, è possibile ritrovare scritte in yiddish, ebraico, arabo, inglese, francese, tedesco e molte altre lingue parlate dai visitatori che lasciavano i loro commenti. Accanto a molte firme, alcune poco chiare e nomi sconosciuti, si possono anche trovare gli autografi di una serie di personaggi ben noti. Tra gli ospiti dell’hotel ci sono state persone come Baron de Rothschild, Ahad Ha’am, Nahum Sokolow, Lord Herbert Samuel, Joseph Carlebach, Menachem Ussishkin, Dr. Joseph Klausner, Rabbi Abraham Isaac Kook, Henry Morgenthau Sr., Naftali Herz Imber e altri.
C’è solo un’esperienza negativa degli ospiti nel famoso hotel di cui siamo a conoscenza, e vede coinvolto un personaggio storico come Theodor Herzl. Herzl arrivò a Gerusalemme per incontrare l’ultimo imperatore tedesco, Guglielmo II, che allora stava visitando la Terra Santa. Il Kaminitz Hotel venne senza dubbio scelto da Herzl. Prenotò infatti una camera in anticipo – per se stesso e per coloro che viaggiavano con lui. Ma la visita dell’imperatore fu un evento su grande scala per Gerusalemme, che, nonostante il suo significato storico, era ancora una città relativamente piccola, il che produsse non poco scompiglio nella città. Nel frattempo, Herzl, che si era leggermente ammalato di febbre durante il viaggio, ebbe qualche contrattempo. Il treno che doveva arrivare venerdì pomeriggio a Gerusalemme era in ritardo e arrivò alla stazione di Gerusalemme solo la sera.
La carrozza dell’hotel, che avrebbe dovuto aspettarlo alla stazione, non c’era più così l’uomo si incamminò a piedi. Ma una spiacevole sorpresa lo aspettava. Una volta iniziato lo Shabbat, il personale dell’hotel pensò che Herzl non sarebbe arrivato quel giorno. E tenendo conto della lunga lista d’attesa piena di nobili tedeschi e militari che avevano accompagnato l’imperatore a Gerusalemme, il personale decise di assegnare le camere rimaste vuote. Quando Herzl arrivò, qualcun altro stava dormendo nel suo letto. Era notte fonda e Herzl non aveva altro posto dove andare, quindi non aveva altra scelta che rimanere all’interno dei confini dell’hotel. Quello che è successo dopo sembra essere avvolto nel mistero. Secondo una versione, gli venne data una stanza piccola e scomoda da condividere con uno dei suoi compagni. Altre versioni affermano che l’uomo dovette accontentarsi di un vecchio letto trascinato fuori dal deposito e messo in un corridoio senza alcuna privacy, o che Herzl abbia persino dormito su un tavolo da biliardo nel salotto poiché non c’erano letti disponibili.
Questo spiacevole incidente non influenzò però l’attività della famiglia Kaminitz, che a quel punto era diventata albergatrice di successo, aprendo stabilimenti in altre città tra cui Hebron, Jaffa, Jericho e Petah Tikva. Non solo: all’inizio del XX secolo, l’edificio era troppo piccolo per soddisfare le richieste e si trasferì in un altro più spazioso vicino alla porta di Jaffa della città vecchia. Quando scoppiò la prima guerra mondiale, le autorità ottomane confiscarono l’edificio in via Ha-Nevi’im. Da allora, quel palazzo storico è stato usato prima come ufficio postale, come scuola, e poi come edificio residenziale Se ci si dirige oggi verso via Ha-Nevi’im a Gerusalemme, si può ancora vedere una debole ombra di quel hotel un tempo magnifico.