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    ISRAELE

    Hamas viola il cessate il fuoco. Israele risponde con raid aerei sulla Striscia di Gaza

    Ieri Hamas ha violato la tregua con Israele sparando missili anticarro contro un mezzo ingegneristico dell’IDF nell’area di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. L’attacco, avvenuto in tarda mattinata, ha interrotto temporaneamente una tregua che durava da poco più di una settimana. L’IDF ha reagito immediatamente con una serie di bombardamenti mirati, colpendo infrastrutture terroristiche nella zona.

    I terroristi di Hamas hanno aperto il fuoco contro soldati dell’IDF impegnati nella distruzione di tunnel e postazioni terroristiche, in conformità con i termini dell’accordo. “Si tratta di una violazione grave e deliberata della tregua. L’IDF risponderà con forza”, ha dichiarato il portavoce militare.

    Durante gli scontri sono rimasti uccisi due soldati israeliani: il capitano Yaniv Kula, 26 anni, e il sergente maggiore Itay Yavetz, 21 anni, entrambi di Modi’in-Maccabim-Re’ut. Servivano nella Brigata Nahal e sono caduti nel corso di un’operazione di bonifica di un tratto sotterraneo a Rafah, quando terroristi sono emersi da un tunnel e hanno aperto il fuoco. Quattro altri soldati sono rimasti feriti, uno in modo grave.

    Il primo ministro Benjamin Netanyahu e il ministro della Difesa Israel Katz sono stati aggiornati in tempo reale sugli eventi durante la riunione di governo. Subito dopo è stata convocata una valutazione d’emergenza con i vertici militari. “Hamas imparerà oggi, nel modo più duro, che l’IDF è determinato a difendere i propri soldati e a impedire qualsiasi minaccia”, ha dichiarato Katz.

    Nel pomeriggio Israele ha lanciato un’ondata di raid su obiettivi di Hamas nel sud, nel centro e nel nord della Striscia. Secondo l’IDF, sono stati colpiti oltre 100 obiettivi con 127 munizioni di precisione, tra cui postazioni di comando, depositi d’armi, tunnel operativi e squadre armate. Quindici miliziani sono stati eliminati, tra cui un comandante della forza d’élite Nukhba.

    Un alto funzionario israeliano ha confermato che Washington era stata informata in anticipo dell’intenzione di rispondere alla violazione, ma che non era stato richiesto alcun via libera americano. Contestualmente, il governo israeliano ha deciso di sospendere l’ingresso degli aiuti umanitari a Gaza fino a nuovo ordine.

    Dal canto suo, Hamas ha cercato di scaricare la responsabilità su Israele, sostenendo di “non essere a conoscenza di scontri nella zona di Rafah” e ribadendo la propria “adesione all’accordo di cessate il fuoco”. Un’affermazione che appare del tutto infondata: le dinamiche dell’attacco, avvenuto con missili anticarro contro un mezzo dell’IDF impegnato in operazioni difensive, parlano da sole. A Gerusalemme nessuno prende sul serio la versione di Hamas, vista come il solito tentativo di mascherare una violazione deliberata dell’accordo.

    Nelle ore successive si sono registrate ulteriori esplosioni a Deir al-Balah e Jabaliya, dove l’IDF ha colpito cellule armate che avevano oltrepassato la cosiddetta “linea gialla”, la zona di sicurezza istituita dopo la ritirata dal cuore della Striscia.

    La violazione della tregua arriva dopo diversi giorni di tensione lungo il confine, con numerosi tentativi di infiltrazione e movimenti sospetti vicino alle postazioni israeliane. Gli analisti militari ritengono che l’obiettivo di Israele sia ora ristabilire la deterrenza e impedire a Hamas di ricostruire le proprie capacità operative nei settori più vicini al confine.

    Nelle ore successive, dopo la serie di attacchi mirati e una valutazione d’emergenza con il governo e i vertici della difesa, Israele ha annunciato la ripresa dell’attuazione del cessate il fuoco.

    In un comunicato ufficiale, il portavoce dell’IDF ha precisato: “In conformità con le direttive del livello politico e dopo una serie di attacchi significativi, l’IDF ha iniziato a far rispettare nuovamente il cessate il fuoco dopo la sua violazione da parte dell’organizzazione terroristica Hamas. L’IDF continuerà a far rispettare l’accordo e risponderà con forza a ogni ulteriore violazione”.

    La giornata si è così chiusa con un ritorno alla calma relativa, anche se resta alta la tensione lungo il confine e la sensazione, a Gerusalemme, che la tregua raggiunta sia fragile.

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