
Dopo aver perso suo fratello Nadav nell’attacco del 7 ottobre a Zikim Beach, Dor Tayeb ha scelto di trasformare il lutto in ricordo, continuando il mestiere artigianale che il giovane aveva iniziato con passione. Nadav Tayeb, 17 anni, viveva nel moshav Beit Shikma, nel Consiglio regionale di Hof Ashkelon. Poco prima di essere ucciso da terroristi di Hamas, aveva costruito con le proprie mani una piccola attività di falegnameria, guidata dall’amore per il legno e per la vita. Quel giorno, era andato a pescare con due amici, Tal Keren e Or Taasa, entrambi suoi coetanei, e non è più tornato.
“Sarei dovuto andare a pescare con lui, ma ho rinunciato all’ultimo perché era già con i suoi amici – racconta Dor, 23 anni – Mi ha mandato un video dei razzi lanciati verso di loro e mi ha detto che stavano tornando alla macchina. È stata l’ultima volta che l’ho sentito”. Per Dor, Nadav era un’anima pura. “In un Paese impazzito, lui restava integro. Non gli importava del giudizio altrui, né della fatica: faceva ciò che amava. Volevo sempre stargli vicino”. Dopo la shivà, il tradizionale periodo di lutto ebraico, Dor ha sentito il bisogno di parlargli nel silenzio della notte. “Mi sono chiesto: quale sarebbe stato il suo ultimo desiderio? La risposta era chiara: continuare il suo sogno”. Nasce così “Nadav’s Tree of Life” – l’Albero della Vita di Nadav. Dopo aver terminato il servizio di riserva, Dor ha ripreso in mano l’attività del fratello: crea a mano insegne in legno, candelabri, mezuzot, portabottiglie e altri oggetti, ognuno intriso della storia di Nadav. “Voleva dare vita al legno, prendere un materiale morto e infondergli energia” dice Dor. E così, attraverso ogni pezzo realizzato, suo fratello continua a vivere.