Potrebbe rivoluzionare il settore degli alimenti a base vegetale. Viene considerata la proteina del futuro: è la RuBisCo (ribulosio bifosfato carbossilasi), un enzima essenziale nella fotosintesi, completo di tutti gli amminoacidi, vitamine, fibre, minerali e antiossidanti, che si trova, per l’appunto, nelle foglie delle piante. Una proteina molto apprezzata dall’industria alimentare, che però trova difficoltà nella sua commercializzazione per gli elevati costi di produzione.
Come riporta Israel21c, la startup israeliana Day 8 è riuscita a sviluppare un approccio innovativo per estrarre la polvere proteica dalle foglie di scarto delle colture in modo economico e sostenibile, concentrandosi principalmente sulle foglie di banano. Israele non importa banane, quindi la coltivazione locale avviene su larga scala. Inoltre, il processo di raccolta delle foglie non richiede alcuna modifica alle abitudini degli agricoltori. “Gli agricoltori non sono grandi sostenitori dell’innovazione e normalmente non sono aperti alle partnership”, ha affermato Daniel Rejzner, che ha fondato la startup insieme a Dana Marom, tuttavia l’approccio non invasivo di Day 8 è stato accolto con favore.
Uno dei principali vantaggi del metodo è che elimina i costi associati alla coltivazione di materie prime per estrarre solo proteine. “Sapevamo che lavorare con gli scarti ci avrebbe resi competitivi in termini di costi e avrebbe facilitato la diffusione. – ha sottolineato Rejzner – I nostri calcoli indicano che ogni anno si possono utilizzare 2,7 trilioni di tonnellate di scarti agricoli e, se facciamo un’analisi inversa per calcolare la quantità di proteine che si possono produrre, si ottiene 11 volte di più dell’intera produzione mondiale di proteine di soia”.
Lo stesso nome Day 8 infatti affonda le sue radici nella convinzione che il mondo sia stato creato in sette giorni e che l’ottavo giorno sia diventata “nostra responsabilità proteggerlo e nutrirlo”. “In questo simbolico ottavo giorno, riveliamo il nostro scopo: salvaguardare il pianeta e le sue risorse rivoluzionando il modo in cui produciamo e consumiamo cibo”.
I fondatori hanno sottolineato inoltre che, grazie a questo processo unico nel suo genere, la proteina estratta è completamente insapore, inodore e naturale al 100%. I prodotti possono anche fungere da potenziale alternativa alle proteine del siero del latte, un sottoprodotto della produzione del formaggio, ampiamente utilizzato nel settore del fitness. “Il nostro prodotto viene assorbito meglio dall’organismo, è ipoallergenico, vegano, più economico e non ha retrogusto”, ha spiegato Rejzner.
L’azienda, con sede a Rehovot, opera in collaborazione con The Kitchen FoodTech Hub, incubatore e investitore di tecnologie alimentari. Grazie al finanziamento iniziale di 750mila dollari da parte di The Kitchen Hub, la startup ha aperto un round di finanziamento per raccogliere altri 2 milioni di dollari e lanciare il prodotto sul mercato entro due anni.
Dalle foglie scartate le proteine del futuro
La startup israeliana Day 8 è riuscita ad estrarre in modo economico e sostenibile la RuBisCo, una proteina vegetale di alta qualità