Drink gratis per incentivare i giovani a farsi vaccinare. È l’ultima iniziativa della città di Tel Aviv, mentre la campagna di immunizzazione di Israele, che ha già somministrato almeno una dose a più del 70% della popolazione, inizia a rallentare. Mai Perez, 29 anni, è stato uno dei primi a ricevere una birra gratis, accompagnata da un’iniezione, al bar Jenia, nella popolare piazza Dizengoff: “È un’ottima idea fare appello ai giovani qui e un modo semplice per farli vaccinare”. La campagna di vaccinazione è gestita da Magen David Adom (Mda), il servizio di emergenza nazionale israeliano in collaborazione con il comune di Tel Aviv e il ministero della Salute, che ha istituito siti mobili per la vaccinazione in vari luoghi pubblici. Ilee Levanon, un paramedico della Mda, afferma che alcuni giovani hanno rifiutato di farsi vaccinare perché preferiscono evitare lunghe file nei centri predisposti o perché registrarsi e prendere un appuntamento è troppo complicato. “Quindi diamo alle persone la possibilità di ricevere i vaccini facilmente evitando tutta la burocrazia”, ha spiegato Levanon.
I dati del ministero della Salute israeliano mostrano gli anziani decisamente più propensi a recarsi nei centri di vaccinazione. A circa il 90% degli israeliani di età superiore ai 60 anni è stata somministrata almeno la prima dose, mentre è stata vaccinata solo la metà delle persone di età compresa tra 16 e 39 anni. Eytan Schwartz, portavoce del comune di Tel Aviv, ha detto alla Xinhua che “in questo momento, Israele ha abbastanza vaccini per inoculare l’intera popolazione entro un mese. Non mancano le dosi, ma la volontà di farsi vaccinare. Ed è quello che stiamo cercando di affrontare”. Schwartz ha inoltre ricordato ai giovani che se sentono la mancanza di bar, discoteche e feste, allora dovrebbero assumersi la responsabilità di farsi vaccinare in modo da far riprendere la vivace vita notturna di Tel Aviv.
I dati ufficiali indicano che 4.456.000 persone hanno già ricevuto la prima dose di vaccino, di questi, 3.076.000 anche la seconda. Il ministro della sanità ha però messo in guardia che con l’inizio della festa ebraica di Purim a partire da giovedì sera, “le celebrazioni potrebbero trasformarsi in infezioni di massa programmate”. Una preoccupazione alimentata da quanto è avvenuto l’anno scorso quando, dopo la festività, nel paese fu registrata un’impennata di nuovi casi. “Lavoreremo per implementare un coprifuoco notturno e per ridurre significativamente i trasporti pubblici durante i giorni del Purim”, ha assicurato Edelstein.
Nei giorni scorsi, Israele ha introdotto incentivi per l’immunizzazione: coloro che hanno ricevuto entrambe le dosi possono visitare centri sportivi, teatri, musei e hotel presentando un certificato di vaccinazione all’ingresso, il cosiddetto ”green pass”. Mentre il comune di Tel Aviv ha annunciato che celebrerà la riapertura del settore culturale, chiuso da quasi un anno, ospitando un concerto all’aperto per i residenti anziani e già vaccinati della città.