
In un’operazione senza precedenti negli ultimi 30 anni, un’équipe medica israeliana ha trapiantato con successo un cuore proveniente da Cipro, salvando la vita a una donna di 34 anni affetta da grave insufficienza cardiaca. Nello stesso intervento, i polmoni dello stesso donatore sono stati trapiantati in una donna di 68 anni con una malattia polmonare avanzata. L’intervento, avvenuto al Rabin Medical Center (ospedale Beilinson) di Petah Tikva, ha richiesto un coordinamento internazionale straordinario tra medici, autorità sanitarie, forze dell’ordine, piloti e funzionari di entrambi i Paesi. È stata la prima volta in tre decenni che un cuore donato all’estero è stato trapiantato in Israele.
Tutto è cominciato sabato scorso, quando la dottoressa Tamar Ashkenazi, direttrice del Centro Nazionale Trapianti israeliano, ha ricevuto una mail dalla sua omologa cipriota con un’offerta: un cuore e dei polmoni disponibili per la donazione. È subito partita una corsa contro il tempo. Dopo aver verificato la compatibilità degli organi, è iniziata l’organizzazione logistica: reperire un jet privato in piena stagione turistica, ottenere permessi doganali e organizzare le sale operatorie a Nicosia per il prelievo, fissato per le 7 di domenica. Alle 4:30 del mattino, il team israeliano era già all’aeroporto Ben Gurion, pronto a volare. A guidare la missione il dottor Yuri Peysakhovich, direttore della Chirurgia Toracica del Rabin Medical Center, veterano di centinaia di trapianti. “Un cuore può restare fuori dal corpo solo per quattro ore” ha spiegato. “Dovevamo agire in fretta”.
Alle 10.30 il prelievo a Cipro è stato completato. Grazie a un elicottero della polizia cipriota, il team è stato trasportato all’aeroporto di Larnaca e poi imbarcato sul volo verso Israele. A mezzogiorno erano già in sala operatoria. Il dottor Ben Ben-Avraham, direttore del Servizio di Scompenso Cardiaco presso il Rabin Medical Center, ha fatto parte anche del team inviato a Cipro. “Per capire quanto sia stato eccezionale questo caso, bisogna rendersi conto di quanto sia raro ricevere una donazione altruistica da un altro Paese” ha spiegato. Il dottore ha poi ricordato come, poco prima dell’anestesia, la paziente di 34 anni — che segue da cinque anni — si fosse agitata all’idea dell’intervento imminente. “Non sapeva che il cuore provenisse da Cipro, né che la stavo chiamando proprio da lì. Le ho detto: ‘Sto guardando il cuore in questo momento — è forte. Questa è la tua occasione per iniziare una nuova vita”.