
Un team di scienziati dell’Università di Tel Aviv ha messo a punto un’innovativa tecnologia di editing genetico che potrebbe rivoluzionare l’agricoltura moderna. La tecnica, applicata per la prima volta ai pomodori, consente di modificare intere famiglie di geni, aprendo la strada alla creazione di varietà vegetali più gustose, resistenti ai cambiamenti climatici e senza modificazioni genetiche tradizionali (non OGM).
Il lavoro è stato condotto dalla Scuola di Scienze delle Piante e Sicurezza Alimentare dell’ateneo israeliano, in collaborazione con l’azienda agro-tecnologica NetaGenomiX e ricercatori dell’Accademia Cinese delle Scienze di Pechino. I risultati sono stati recentemente pubblicati sulla rivista Nature Communications.
La tecnologia sviluppata si basa sul noto sistema CRISPR-Cas9, già ampiamente utilizzato nella modifica mirata del DNA. Tuttavia, fino ad oggi, il sistema aveva mostrato alcune limitazioni circa la possibilità di condurre un’analisi su larga scala dei tratti desiderati, agendo solamente su un numero ristretto di geni.
Il nuovo metodo, invece, consente di intervenire contemporaneamente su migliaia di geni, superando uno degli ostacoli principali nello sviluppo delle colture: la ridondanza genetica, ossia la presenza di geni simili che si compensano tra loro.
“Per risolvere questo problema, abbiamo progettato un algoritmo in grado di identificare unità CRISPR specifiche per ogni famiglia genica simile” ha spiegato Amichai Berman, dottorando coinvolto nel progetto. “Abbiamo così costruito una libreria di circa 15.000 unità CRISPR, applicandole a oltre 1.300 piante di pomodoro.”
La sperimentazione è partita con la pianta modello Arabidopsis, ma il vero banco di prova è stato il pomodoro. Le piante trattate sono state analizzate in dettaglio per osservare eventuali modifiche nella forma, nelle dimensioni, nel sapore, nella capacità di assorbire i nutrienti e nella resistenza ai parassiti.
I risultati sono stati incoraggianti: alcune varietà hanno sviluppato un gusto più dolce o più intenso rispetto alle piante di controllo, confermando la possibilità di selezionare e modificare tratti agricoli specifici. “Abbiamo dimostrato che la nostra tecnologia permette di modificare in maniera precisa tratti specifici, un passo fondamentale per garantire la sicurezza alimentare e rispondere alle sfide dei cambiamenti globali,” ha sottolineato il Prof. Eilon Shani, coordinatore dello studio.
Un aspetto chiave di questa nuova tecnologia è che le colture ottenute non vengono considerate OGM in quanto non introducono geni esterni, ma agiscono esclusivamente su quelli già presenti nella pianta. Ciò le rende più interessanti dal punto di vista commerciale, aprendo nuove prospettive di mercato. Logicamente, l’azienda israeliana Neta GenomiX, partner della ricerca, ha già ottenuto la licenza per commercializzare la tecnologia, con l’obiettivo di supportare agricoltori e consumatori attraverso colture più resistenti e sostenibili.
Questa ricerca segna un’importante evoluzione nel campo delle scienze vegetali, dimostrando che l’editing genetico può essere una risorsa potente per affrontare le sfide alimentari del futuro, senza compromettere la naturalità dei prodotti agricoli, diventando così in grado di rispondere a cambiamenti globali rapidi e al bisogno di nutrire una popolazione sempre in crescita.