Rav Sacks si esprime in merito a uno dei problemi dell’essere umano: la gestione del tempo. Il tempo che abbiamo a disposizione è limitato dalle nostre occupazioni quotidiane. Quello che resta, dopo le necessità primarie, il lavoro, è poco. Nonostante sia aumentata nella nostra epoca, l’aspettativa di vita, la vita è un passaggio breve. Dobbiamo preoccuparci di come utilizziamo il tempo a noi concesso.
È fondamentale avere un’agenda personale, dove inserire gli impegni, quotidiani, settimanali, mensili, annuali, affinché possano essere, programmati, ordinati e volti ad essere concretizzati. Appuntamenti che siano puntuali e non rimandati. Con ordine delle priorità. Forse non sarà sufficiente il nostro tempo, per realizzare tutto ciò che vorremmo: sceglieremo ciò che è più o meno imminente.
L’agenda è importante anche per la collettività. Il popolo ebraico ha una sua agenda: l’elenco dei moadim, elencati in vari passaggi della Torah; nella porzione di Emor, è quello più completo che comprende anche lo Shabbat. Il luach ashanà, il calendario ebraico è una guida per tutti noi, influenza la nostra vita. Gli altri popoli hanno i loro monumenti, mentre il popolo ebraico ha i suoi momenti.
Prima a comparire Pesach, seguono Shavuot, Succot, i tre pellegrinaggi. Rosh ha Shanà, Kippur. Che senso ha il calendario ebraico? Rav Dessler insegna che l’idea della tradizione ebraica, è che su di noi non passa il tempo; ma che noi, viaggiamo nel tempo. Durante un viaggio in treno, per esempio, ci si ferma nelle varie stazioni. Le tappe sono le nostre festività. Quando si giunge ad ogni ricorrenza, dobbiamo concentrarci su quel momento preciso. Non basta riflettere, bisogna viverlo.
I mekubalim insegnano che ogni giorno della settimana, del mese, dell’anno ha una potenza specifica. A Pesach ricade l’emunà, la fede. Inizia il nostro lungo passaggio verso la libertà: l’uscita dall’Egitto. L’Egitto che dovrà uscire da noi. Si riflette sulla schiavitù, sui vantaggi della libertà verso l’accettazione del giogo della Legge. Shavuot, giorno di ricezione della Torah, con effettiva rigenerazione stessa dell’uomo. È incentrato sulla necessità per la collettività, di avere un codice di leggi. Il momento in cui viene ricevuto il manuale d’istruzioni che ci guidano, in tutti gli aspetti. Rosh ha Shana, è il tempo che dà l’impronta a tutto l’anno. Chiediamo ad Hashem di iscriverci nel Libro della Vita. L’esistenza è un dono prezioso per ogni individuo. Yom Kippur ci permette di riflettere sulle nostre cadute: è il momento dell’espiazione dei nostri peccati, di cui dobbiamo prima renderci conto, al fine di correggerci. A Sukkot, periodo gioioso, si riflette sulla precarietà e fragilità dell’esistenza umana: siamo stranieri e residenti in questo mondo. La nostra permanenza sul pianeta è caratterizzata dalla instabilità. Shabbat essenza della tradizione ebraica, regalo prezioso, ultimo giorno nella creazione, primo nell’intenzione. Diritto e dovere per l’individuo. Rivoluzione nella storia umana, ha insegnato il diritto del riposo settimanale. Dovere di vivere la spiritualità, il rapporto con il Creatore, giorno riempito di contenuto, in cui l’uomo cerca di dominare il suo io. (Heschel)
La Torah ci chiama a riflettere sulle varie fermate settimanali, mensili, annuali. Ci invita a vivere e ci obbliga dare i tempi giusti a tali momenti, è un’occasione di perfezionamento e rinnovamento costante. Attenzione ad investire al meglio il nostro tempo al fine di ottimizzarne i benefici.
Ambizione o accettazione? L’idealismo verso la perfezione, meta cui ambire, genera frustrazione poiché irraggiungibile. Di contro, fermarsi al punto in cui si è arrivati e dire “ormai” teso al conformismo, che non è stimolante. I chaggim e Shabbat rappresentano questi due aspetti complementari e ci garantiscono equilibrio:
voi stabilirete le festività. Hashem ha dato, all’essere umano la possibilità di dominare il tempo. L’uomo ha la possibilità di avere un impatto nel mondo: non è uno spettatore, vittima del suo destino. Non accettare, voler cambiare la realtà, è importante. Le festività rappresentato la possibilità di cambiare. Anche se sei nato irascibile, puoi imparare a diventare paziente e sviluppare l’autocontrollo, che richiede tempo. Nel frattempo, lo Shabbat, rappresenta la pace, l’accettazione, tollerando che non puoi ottenere risultati immediati. L’ebraismo è un lavoro di step, di crescita personale, in cui sono esclusi gli estremismi controproducenti, ma domina la costanza.