
Ultimamente sta diventando molto pericoloso volare ma non solo in Europa. Giovani ebrei minorenni sono stati fatti scendere da un volo solo perché accusati di essere un pericolo per il volo stesso. Ed altri ebrei hanno ricevuto il loro pasto kasher con un adesivo che inneggia alla libertà della Palestina, mentre altri giovani ebrei ad un controllo passaporto sono stati fermati senza alcun motivo da un addetto alla sicurezza solo per il gusto di inneggiare anche lui, di fronte a quei giovani, uno slogan per la liberazione della Palestina. Ad ogni modo in questo momento così intenso di hostess e piloti così sensibili ad una certa politica internazionale tanto da lasciare 44 minorenni ebrei da soli in un aeroporto straniero, dopo aver causato l’arresto violento della loro accompagnatrice di soli 21 anni, vorrei ricordare la memoria di un uomo che seppe essere pilota nel senso più vero del termine e non solo conducente di aerei. Se andate a Natania, città in Israele, troverete una strada che porta il nome di Michel Bacos. Chi era costui? Era un pilota dell’Air France nato in Egitto a Port Said e morto nel 2019.
Bacos il 27 giugno del 1976 era alla guida di un volo che fu sequestrato e dirottato da alcuni terroristi palestinesi del Fronte di Liberazione della Palestina aiutati da alcuni terroristi tedeschi loro alleati. Il volo viaggiava da Atene a Tel Aviv, ma fu dirottato prima verso Bengasi e dopo a Entebbe, in Uganda. I terroristi puntarono una pistola alla tempia di Bacos durante tutta la durata del volo. Arrivati in un Uganda i terroristi selezionarono e separarono i passeggeri ebrei da quelli non ebrei e invitarono i 148 passeggeri non ebrei a tornare in Francia con un volo espressamente organizzato per loro. Bacos e tutto il suo equipaggio si rifiutarono di lasciare i passeggeri ebrei da soli in mano dei terroristi e come sappiamo furono poi liberati dall’esercito israeliano durante la famosa «operazione Entebbe».
Bacos dopo Entebbe decise di riposare per due sole settimane e dopo tornò a volare su di un volo da Parigi a Tel Aviv. Non sto qui ad elencare i riconoscimenti nazionali francesi, israeliani e di molte organizzazioni ebraiche che ricevette Bacos a nome di tutto il suo equipaggio per il loro gesto di onore, empatia e responsabilità. Di questi tempi dove in molti hanno perso la rotta di ciò che è giusto e ciò che non lo è, di gesti che sono gesti di onore ed altri che sono gesti di vigliacca propaganda la storia di Bacos è una luce contemporanea, una bussola che indica la traiettoria corretta a tutti noi.