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Ultimo numero Gennaio – Febbraio 2025

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    IDEE - PENSIERO EBRAICO

    Parashà di Tetzavè: A cosa servivano gli Urìm e Tummìm?

    Di Donato Grosser

    Nella parashà è scritto che il Kohen Gadol faceva il servizio con otto vestimenti: di questi ve ne erano quattro con i quali facevano il servizio i kohanim ordinari (pantaloni, tunica, l’avnèt che era una lunga fascia attorno alla vita, turbante). Gli altri quattro potevano essere indossati solo dal Kohen Gadol ed erano il me’il, un manto fatto a maglia…

    IDEE - PENSIERO EBRAICO

    Parashà di Terumà: Cosa è il siclo di cui si parla nella Torà?

    Di Donato Grosser

    In questa parashà la Torà racconta come avvenne il primo “appeal”, la prima raccolta di fondi e di materiali della nostra storia: “L’Eterno parlò a Moshè dicendo: Dì ai figli d’Israele che mi facciano un’offerta;  accetterete l’offerta da ogni uomo che sarà disposto a farmela di cuore.  E questa è l’offerta che accetterete da loro...”(Shemòt, 25: 1-3). Rashì (Troyes, 1040-1105)…

    IDEE - PENSIERO EBRAICO

    Parashà di Mishpatìm: Quando il toro di un uomo uccide il toro di un altro

    Di Donato Grosser

    “Quando il toro appartenente a un uomo colpisce quello di un altro e lo uccida, si venderà il toro vivo, si spartiranno il ricavato fra loro e altrettanto faranno per il toro morto” (Shemòt, 21:35). “Ma se notoriamente il toro avesse già colpito altre volte e il padrone non l’avesse sorvegliato, questi dovrà restituire toro per toro e la carcassa…

    IDEE - PENSIERO EBRAICO

    Parashà di Yitrò: Gioire per gli altri come se la gioia fosse nostra

    Di Donato Grosser

    Nella parashà è scritto che Yitrò venne a sapere di “tutto quello che Dio aveva fatto a Moshè e a Israele, perché il Signore aveva fatto uscire Israele dall’Egitto” (Shemòt, 18:1). Yitrò venne a raggiungere Moshè nell’accampamento degli israeliti nel deserto. “Yitrò gioì per tutto il bene che il Signore aveva fatto ad Israele salvandolo dalla mano degli egiziani. E…

    IDEE - PENSIERO EBRAICO

    Tutti i colori di Tu Bishvat, il Capodanno degli alberi: ecco il ''seder''

    Di Michelle Zarfati

    Il calendario ebraico è ricco di festività che si muovono a loro volta, con le stagioni e l’agricoltura. Tu Bishvat, anche noto come il Capodanno degli alberi, è tra queste. Un momento in cui nell’ebraismo, di nuovo, le festività abbracciano la natura, celebrandola in tutte le sue forme. La festa cade il 15 del mese ebraico di Shèvat, da cui…

    IDEE - PENSIERO EBRAICO

    Il viaggio dell’albero dall’Eden alla terra di Israele

    Di Rav Ariel Di Porto

    La prima mishnà nel trattato di Rosh ha-shanà riporta una discussione fra la scuola di Shammay e la scuola di Hillel circa la data del capodanno per i frutti dell’albero. Come è noto, la regola finale segue l’opinione della scuola di Hillel, che fissa questo capodanno il 15 di Shevat. Quali sono le implicazioni pratiche di questa norma? La prima…

    IDEE - PENSIERO EBRAICO

    Parashà di Beshallàch: La carica dei seicento

    Di Donato Grosser

    All’inizio della parashà è raccontato che l’Eterno diede ordine a Moshè di far sì che gli israeliti, appena usciti dall’Egitto, operassero una diversione, diretta a richiamare verso il Mar Rosso le forze del faraone: “L’Eterno disse a Moshè:  «Comanda agli Israeliti che tornino indietro e si accampino davanti a Pi-Achirot, tra Migdol e il mare, davanti a Baal-Zefon; di fronte…

    IDEE - PENSIERO EBRAICO

    Parashà di Bò: I nostri figli li educhiamo noi

    Di Donato Grosser

    Il Nachmanide (Girona, 1194-1270, Acco) citando la mishnà in ‘Eduyòt (2:10), scrive che le piaghe d’Egitto durarono un anno. La prima piaga, quando l’acqua del Nilo si trasformò per sette giorni in sangue, ebbe luogo nel mese di Av. Seguirono le rane nel mese di Elul, i pidocchi nel mese di Tishrì, animali feroci in Cheshvan, la mortalità degli animali…

    IDEE - PENSIERO EBRAICO

    Parashà di Vaerà: Le misteriose iniziali delle piaghe d’Egitto

    Di Donato Grosser

    Nella Haggadà di Pesach (1962) a cura di r. Roberto Bonfil leggiamo: “Queste sono le dieci piaghe che il Santo, Benedetto Egli sia, mandò agli egiziani in Egitto, cioè: sangue, rane, pidocchi, animali feroci, mortalità degli animali, ulceri, grandine, cavallette, oscurità, morte dei primogeniti. Rabbi Jehudà dava per esse come segno le parole: deşach, ‘adash, beachav”. R. Bonfil commenta che…

    IDEE - PENSIERO EBRAICO

    La memoria della Shoah alla prova del contemporaneo

    Di Rav Riccardo Di Segni

    Negli ottanta anni passati dall’apertura dei cancelli di Auschwitz (ma non dalla fine della Shoah che continuò fino alla caduta del nazismo) le dinamiche del racconto e della trasmissione della memoria sono cambiate continuamente. Da una parte le testimonianze scritte, inizialmente limitate, ma incisive e decisive (basti pensare a Primo Levi e Elie Wiesel), poi diventate un torrente di macro…