
Un gesto di reale solidarietà ha contraddistinto la giornata di ieri a Manchester. Il Re Carlo III si è infatti recato nella Sinagoga di Heaton Park Hebrew Congregation per incontrare i sopravvissuti al recente attacco terroristico alla sinagoga e per ringraziare il personale dei soccorsi per la rapidità dell’intervento. L’attacco, avvenuto durante il digiuno di Kippur, il giorno più sacro del calendario ebraico, è stato compiuto da un uomo che ha prima investito con l’auto un addetto alla sicurezza e poi ha tentato di penetrare nel luogo di culto armato di coltello. L’intervento rapido della polizia — arrivata sul posto in sette minuti — ha evitato una strage ancora più grave. Nell’attacco hanno perso la vita Melvin Cravitz, 66 anni, e Adrian Daulby, 53 anni. Tra i feriti invece Andrew Franks, dimesso dopo alcune ore di osservazione, e Yoni Finlay, 39 anni, colpito accidentalmente da un proiettile della polizia mentre aiutava a bloccare le porte della sinagoga. Un addetto alla sicurezza, Bernard, è stato successivamente ricoverato ma è riuscito a sopravvivere.
Durante la visita, Re Carlo ha espresso la sua “profonda solidarietà” alla comunità colpita, ringraziando la polizia, i paramedici e i volontari per la loro prontezza. “La vostra risposta ha salvato vite e ha dimostrato la forza di questa città”, avrebbe detto il sovrano, secondo una nota diffusa da Buckingham Palace. Re Carlo ha incontrato personalmente i membri della Comunità locale presenti al momento dell’aggressione, oltre a poliziotti, medici e soccorritori che hanno agito tempestivamente.
Un’inchiesta ancora in corso ha permesso di identificare l’attentatore come Jihad Al-Shamie, cittadino britannico di origine siriana. L’uomo, già noto ai servizi di sicurezza, è stato ucciso dagli agenti armati intervenuti sul posto dopo aver ignorato l’ordine di deporre l’arma. Fonti investigative hanno confermato che l’attacco non sembra essere stato pianificato con una rete organizzata, ma ispirato da propaganda estremista online. La visita reale ha rappresentato un momento di raccoglimento e di unione per Manchester. Le autorità locali e i rappresentanti religiosi hanno sottolineato l’importanza del gesto in un periodo di forte polarizzazione. “È un segno che la monarchia resta vicina a tutte le comunità del Paese, soprattutto nei momenti di dolore”, ha detto il Rabbino della sinagoga, David Kahn.