Il risultato delle urne francesi ha portato ad alcune sorprese e ha lasciato aperti i quesiti sul futuro delle comunità ebraiche del Paese. Il Nouveau Front populaire (NFP), la coalizione di sinistra egemonizzata da La France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon, ha ottenuto 182 dei 577 seggi dell’Assemblea nazionale; sono stati 168 per Ensemble, l’alleanza macroniana; 143 per il Rassemblement National di Marine Le Pen e Jordan Bardella.
Mai come questa volta, i 500mila ebrei francesi si sono trovati in difficoltà, con i socialisti di Raphael Glucksmann e i gollisti di Eric Ciotti schierati con i partiti ai loro lati più estremi. Le istituzioni ebraiche transalpine hanno diffidato di entrambe le forze più polarizzate, guardando con maggior fiducia ai centristi. A suscitare le maggiori preoccupazioni è stata l’estrema sinistra, tanto che anche alcuni intellettuali ebrei come Alain Finkielkraut e Bernard-Henri Lévy nei giorni precedenti al voto si erano espressi in questo senso. Secondo un sondaggio condotto in Europa dall’American Jewish Committee (AJC), il 92% degli ebrei francesi ritiene che La France Insoumise abbia “contribuito” all’aumento dell’antisemitismo: all’indomani del 7 ottobre, infatti, diversi politici di estrema sinistra si sono rifiutati di condannare esplicitamente l’attacco di Hamas contro Israele. In questi mesi, nonostante i dati del governo francese segnalassero un aumento degli attacchi contro gli ebrei negli ultimi mesi, Mélenchon ha definito “residuo” l’antisemitismo in Francia.
Adesso, in assenza di una maggioranza definita, mentre le coalizioni sono al lavoro per trovare un accordo di governo, le preoccupazioni degli ebrei francesi restano vive. Se infatti il voto ha respinto il RN, un partito di estrema destra con radici antisemite, ha tuttavia promosso un’alleanza quale quella del NFP a sua volta accusata di antisemitismo. Il presidente del Consiglio rappresentativo degli ebrei di Francia (Crif) Yonathan Arfi in un’intervista al Jerusalem Post ha definito Mélenchon “antidemocratico” e “una minaccia per gli ebrei francesi”. Si è appellato dunque alla sinistra moderata affinché collabori a una soluzione di governo con altre forze centriste, tenendo fuori La France Insoumise. Mélenchon tra le sue prime dichiarazioni si è espresso in favore di un riconoscimento di uno Stato palestinese, mentre numerose bandiere della Palestina sventolavano nelle piazze festanti, evocando uno dei punti centrali della campagna elettorale del partito di estrema sinistra.
Dopo anni in cui gli episodi di antisemitismo si sono fatti sempre più frequenti, la strada è ancora in salita per gli ebrei d’oltralpe, che tuttavia sono pronti alle nuove sfide. Lo stesso Arfi ha affermato: “Sono sempre preoccupato per il futuro, ma gli ebrei francesi sono qui per restare e siamo qui per combattere”.