Più di cento leader ebrei provenienti da tutta Europa si sono riuniti lunedì ad Amsterdam per un “vertice di emergenza” organizzato dalla European Jewish Association (EJA). Lo scopo principale della conferenza è quello di sviluppare strategie attuabili per combattere la crescente ondata di antisemitismo e incitamento all’odio che sta investendo il continente.
“Siamo in lotta per la continuazione della vita ebraica in Europa”, ha detto il presidente dell’EJA, Rav Menachem Margolin. “Gli ebrei che indossano abiti tradizionali o espongono una mezuzah sulla propria porta subiscono molestie incessanti. Gli studenti di religione ebraica ricevono minacce di morte e vengono esclusi dai corsi universitari, mentre graffiti deturpano case, sinagoghe e cimiteri ebrei senza alcun deterrente” ha proseguito.
“Nei prossimi due giorni formuleremo piani per combattere l’antisemitismo su tutti i fronti” ha sottolineato Margolin. Nel corso delle 48 ore infatti i partecipanti si interrogheranno su come rispondere all’odio antiebraico dal punto di vista politico, legale, pubblico e sui media. “Israele ha urgente bisogno di sviluppare un piano di emergenza pratico per accogliere gli ebrei europei. Sfortunatamente, questa non è più una situazione ipotetica ma una reale minaccia esistenziale che i governi europei non riescono ad affrontare o non sono disposti ad affrontare con la determinazione necessaria” ha denunciato il presidente dell’EJA.
Al vertice di emergenza dell’EJA era presente anche Katharina von Schnurbein, coordinatrice della Commissione europea per la lotta all’antisemitismo e la promozione della vita ebraica.
“La Commissione Europea ha adottato una strategia nel 2021 che è molto chiara: vogliamo che gli ebrei in Europa agiscano in linea con le loro tradizioni culturali e religiose e liberi da preoccupazioni per la sicurezza” ha detto von Schnurbein ai presenti. “È nostra priorità assicurarci che gli ebrei possano vivere la loro cultura e la loro identità, perché questo è il valore fondamentale su cui abbiamo costruito la nostra società europea” ha affermato Eddo Verdoner, coordinatore nazionale per la lotta all’antisemitismo nei Paesi Bassi. “Alcuni ebrei hanno affermato di aver lasciato i Paesi Bassi a causa dell’antisemitismo. Quando ciò accade, falliamo come Stato e come Unione Europea”, ha concluso il coordinatore olandese.
Durante la conferenza, si sono susseguite diverse tavole rotonde: sulle politiche e sulle soluzioni per rafforzare la risposta dei governi europei all’antisemitismo, sulle loro responsabilità nel garantire la sicurezza delle comunità e delle istituzioni ebraiche e una sessione dedicata a fornire agli studenti ebrei e sionisti e come affrontare il crescente clima d’odio nelle università.
L’ultimo panel della giornata si è concentrato sull’importanza di promuovere i media ebraici, che svolgono un ruolo particolare nella lotta all’antisemitismo e alla delegittimazione di Israele. Proprio in questa occasione il direttore dell’European Jewish Press, Yossi Lempkowicz, ha lanciato un progetto ambizioso: la creazione dell’Association of the European Jewish Media, un gruppo composto dai media ebraici del continente per promuovere la collaborazione e contrastare efficacemente l’odio antiebraico.
La European Jewish Association organizza un “vertice d’emergenza” sull’antisemitismo
Il Presidente Rav Margolin: “Siamo in lotta per la continuazione della vita ebraica in Europa”