Il MAHJ – Museo di arte e storia ebraica di Parigi ha inaugurato la significativa mostra intitolata “Paula Padani la danza migrante Amburgo, Tel Aviv, Parigi”, curata da Laure Guilbert e Nicolas Feuillie. L’esposizione temporanea, che rimarrà aperta al pubblico fino al 16 novembre 2025, prevede anche un intenso programma di approfondimenti, attività laboratoriali e atelier dedicati anche a bambini e ragazzi; è poi arricchita da una selezione di documenti di Gabrielle Gottlieb de Gail, figlia del pittore Aram e di Paula Padani, che permette di far luce su questa artista.
“La danza migrante” propone la poco nota carriera della ballerina Paula Padani, attraverso oltre 250 fotografie, manifesti, documenti e costumi. Con la sua visione del movimento come forza per la vita e la sua capacità di rimbalzare tra paesi e culture diverse, ha aperto nuove strade per l’arte e ha svolto un ruolo pionieristico nell’emergere della danza contemporanea israeliana.
Nata nel 1913 ad Amburgo e formatasi nella danza moderna, Paula Padani ha fatto della sua arte il motore di una vita segnata fin dall’infanzia dalla morte dei genitori e poi dall’esilio. Ultima studentessa ebrea della Wigman School di Dresda, uno dei centri della modernità coreografica in Europa, partì clandestinamente per la futura Israele nel 1936 attraverso la Svizzera, l’Italia e la Grecia. L’arrivo e la scoperta dei paesaggi e delle culture del Medio Oriente hanno stimolato in lei una fertile vena creativa; con l’apertura della sua scuola di danza a Tel Aviv ha creato un repertorio di assoli altamente espressivi ispirati alla musica di Béla Bartók, Marc Lavry e Alexander Uriyah Boskovich, insieme ad altri ballerini in esilio, ha preso parte allo sviluppo della scena teatrale moderna in Israele. Nel 1946, dopo dieci anni di intensa vita nel cuore della boemia ‘palestinese’, sceglie di trasferirsi nella diaspora con il marito, il pittore, designer e decoratore teatrale Michael Gottlieb, detto Aram. Scegliendo Parigi, la coppia occupò diversi studi in rapida successione e proseguì la sua ricerca artistica. Aram si dedicò interamente alla pittura e strinse amicizia con molti degli artisti dell’École de Paris, mentre Paula perseguì la carriera teatrale in Europa e a New York che fu acclamata da un vasto pubblico. Tra il 1947 e il 1948, su invito dell’American Jewish Joint Distribution Committee, visitò i campi per sfollati nella zona di occupazione americana in Germania, sostenendo i sopravvissuti ebrei. Dagli anni ’50 in poi si dedicò all’insegnamento, concentrandosi sull’improvvisazione e sullo sviluppo della creatività individuale, in linea con le avanguardie della Repubblica di Weimar. Paula Padani è morta a Parigi nel 2001, poco dopo la scomparsa del marito.
Credit di tutte le foto: MAHJ Paris