Mentre le proteste e le occupazioni si espandono nelle università di tutta Europa, aumentano anche le aggressioni antisemite. Le ultime ore riportano diversi episodi, come quelli avvenuti ad Amsterdam e a Bruxelles.
Nella capitale olandese, uno studente ebreo, intervistato dal Times of Israel, è stato colpito in testa con una tavola di legno da una persona che indossava una kefiah intorno al viso.
“Nei suoi occhi ho riconosciuto lo stesso odio che nutrivano i terroristi di Hamas il 7 ottobre” ha affermato il ragazzo. La violenza è avvenuta di fronte a due agenti di polizia, che hanno bloccato l’aggressore, senza però arrestarlo.
L’aumento degli episodi violenti in queste proteste è dovuto al crescente coinvolgimento di gruppi pro-terrorismo come Samidoun nei campus, all’inazione della polizia e alla propaganda anti-israeliana di alcuni docenti.
In Belgio, presso l’Université libre de Bruxelles, Gad Deshayes, il co-presidente dell’unione belga degli studenti ebrei (UEJB), è stato aggredito da un manifestante pro-palestinese mentre cercava di entrare in un edificio dell’ateneo. Una donna cristiana, il cui marito è un ricercatore di studi ebraici presso l’Università di Amburgo, l’8 maggio è stata attaccata durante una conferenza sull’antisemitismo nel campus. L’aggressione è avvenuta dopo che una donna aveva accusato il marito di essere un “assassino di bambini”, inveendo contro di lui. Dopo che la moglie ha preso in mano il telefono per riprendere quanto stesse accadendo è stata attaccata.
In Italia invece i collettivi continuano ad occupare le varie università, in particolare alla Sapienza, dove l’acampada va avanti da circa dodici giorni. Ieri a Roma i manifestanti, in occasione della visita del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, hanno preteso una sua presa di posizione in merito alla guerra a Gaza. “Non voglio rinchiudermi nella torre d’avorio, voglio dire quel che penso rispetto a ciò che avviene a Gaza: la questione della pace in Medio Oriente, il diritto alla sicurezza di Israele e quello dei palestinesi di avere una patria, è qualcosa che la comunità internazionale avverte con grande preoccupazione” ha affermato Mattarella, che ha ricordato la propria richiesta di un cessate il fuoco inviata al suo corrispettivo israeliano. Durante l’intervento è intervenuto anche in merito al boicottaggio anti-Israele. “Il potere, quello peggiore, desidera che le università del proprio Paese siano isolate, senza rapporti né collaborazioni con gli atenei degli altri Paesi” ha aggiunto, auspicando un dialogo nell’ambito del mondo accademico. Alle parole del Capo di Stato sono seguite le contestazioni degli studenti fuori dal palazzo del rettorato.