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    EUROPA

    Cannes fa rimuovere il fiocco giallo a Mia Schem: vietata la solidarietà agli ostaggi sul red carpet

    In un luogo che celebra la libertà creativa e l’espressione artistica, un simbolo di solidarietà per gli ostaggi israeliani è stato ritenuto inopportuno. È quanto accaduto al Festival di Cannes, dove a Mia Schem – ex ostaggio rapita da Hamas il 7 ottobre e rilasciata dopo 55 giorni di prigionia a Gaza – è stato chiesto di rimuovere il nastro giallo con la scritta “Bring Them Home”, poi confiscato dalla sicurezza della manifestazione.
    «Sono venuta per sostenere la causa degli ostaggi», ha raccontato Schem, invitata dalla comunità ebraica locale, al canale israeliano N12. «Ma una volta arrivata sul tappeto rosso, la direzione del festival mi ha fatto togliere il fiocco. Non mi sono arresa: ho preso la spilla gialla da un membro della delegazione e l’ho indossata sul vestito».
    La scelta di censurare un simbolo pacifico e umanitario appare quantomeno contraddittoria, soprattutto considerando che lo stesso Festival ha invece accolto dichiarazioni e prese di posizione molto più forti e unilaterali. Durante la proiezione del film Once Upon a Time in Gaza, i registi gemelli Arab e Tarzan Nasser hanno definito quanto sta accadendo nella Striscia «il più grande e orribile genocidio della storia moderna». In un altro evento, un partecipante indossava una giacca con la scritta “Stop Israel” e una maglietta con circa 5.000 nomi di bambini che sarebbero stati uccisi dall’esercito israeliano.
    Nel frattempo, il Festival ha premiato film politicamente e socialmente impegnati. La Palma d’Oro per il miglior cortometraggio è andata a I’m Glad You’re Dead Now, del regista arabo-israeliano Tawfik Barhom, mentre il premio per il miglior film è stato assegnato a It Was Just an Accident dell’iraniano Jafar Panahi, regista da anni sotto censura nel suo Paese.

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