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    EUROPA

    Belgio, due soldati israeliani interrogati e rilasciati: nessuna accusa formale

    Due soldati israeliani sono stati fermati e interrogati dalla polizia belga durante il festival musicale Tomorrowland, uno degli eventi più celebri d’Europa. Il fermo, durato solo poche ore, è avvenuto dopo che i due avevano esposto una bandiera della Brigata Givati dell’IDF, una delle unità coinvolte nelle operazioni militari nella Striscia di Gaza. Entrambi sono stati rilasciati senza alcuna accusa formale e hanno successivamente lasciato il Belgio.
    L’episodio è stato immediatamente politicizzato da organizzazioni note per la loro ostilità nei confronti di Israele, tra cui la Hind Rajab Foundation (HRF) e il Global Legal Action Network (GLAN). Le due ONG hanno dichiarato di aver presentato una denuncia contro i soldati, accusandoli, senza prove concrete, di crimini di guerra. Le autorità belghe, tuttavia, non hanno confermato alcun collegamento tra la denuncia e il fermo, che secondo fonti locali sarebbe stato motivato da ragioni di ordine pubblico e non da presunte responsabilità penali.
    La Hind Rajab Foundation, fondata nel 2024 a Bruxelles da Diab Abou Jahjah — attivista di origini libanesi noto per le sue posizioni radicali e anti-israeliane — si occupa di raccogliere dati su soldati dell’IDF con l’intento di promuovere azioni giudiziarie internazionali contro di loro.
    Il Ministero degli Esteri israeliano ha seguito da vicino la vicenda, confermando il rapido rilascio dei due cittadini e sottolineando l’infondatezza delle accuse. Anche l’IDF ha espresso pieno sostegno ai soldati coinvolti.
    La European Jewish Association (EJA) ha espresso forte preoccupazione per l’accaduto, definendolo «politicamente motivato e moralmente distorto». «I soldati dell’IDF operano per difendere il loro Paese, come ogni militare in una democrazia» — ha dichiarato il presidente dell’EJA, Rabbino Menachem Margolin — «Legittimare attivisti legati a organizzazioni come Hezbollah mina la credibilità delle istituzioni belghe e incoraggia l’estremismo. È inaccettabile che Israele venga costantemente preso di mira, mentre altri regimi restano impuniti».
    Anche l’On. Michael Freilich, parlamentare belga e inviato dell’EJA per la lotta contro l’antisemitismo, ha commentato: «Il Belgio deve essere un Paese sicuro per ebrei e israeliani, non un luogo in cui la persecuzione politica si traveste da giustizia».

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