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    EUROPA

    Addio a György Kun, uno degli ultimi sopravvissuti agli esperimenti di Mengele

    György Kun, uno degli ultimi sopravvissuti ungheresi agli esperimenti sui gemelli condotti dal famigerato dottor Josef Mengele ad Auschwitz, è scomparso il 5 febbraio all’età di 93 anni. La notizia è stata resa pubblica questa settimana, come riporta il Jerusalem Post.
    György e suo fratello Istvan riuscirono a scampare alla morte grazie a un incredibile colpo di fortuna: Mengele credette erroneamente che i due fossero gemelli e li selezionò per i suoi esperimenti, invece di mandarli alle camere a gas. In realtà, i due fratelli non erano gemelli, sebbene nati nello stesso anno, il 1932. György vide la luce il 23 gennaio a Vállaj, in Ungheria, mentre Istvan nacque 11 mesi dopo. Nel 1944, la famiglia Kun venne deportata ad Auschwitz. Durante la selezione all’arrivo, Mengele chiese alla madre dei ragazzi, Piroska, se fossero gemelli. Pur non comprendendo il tedesco, rispose istintivamente “Ja”, sperando di salvare i suoi figli. Poco dopo, Piroska venne separata da loro e assassinata. La verità emerse però quando i fratelli fornirono le loro date di nascita durante la registrazione, ma il prigioniero incaricato di annotarle, Ernő (Zvi) Spiegel, decise di falsificare i documenti di Istvan per farlo apparire come gemello di György. Quel gesto li salvò entrambi.

    Spiegel stesso raccontò l’episodio nel libro ‘Children of the Flames’: “Un giorno, stavo compilando i moduli per una nuova coppia di gemelli e mi accorsi che la data di nascita di uno dei ragazzi era diversa da quella del fratello. Era chiaro che non fossero gemelli. Ma sapevo che se qualcuno l’avesse scoperto, i ragazzi sarebbero stati immediatamente uccisi. Così ho deciso di rischiare e ho falsificato le informazioni. Li ho ‘fatti diventare’ gemelli. Sapevo che se Mengele avesse scoperto cosa avevo fatto, avrebbe ucciso sia me che i bambini sul posto”.
    I dettagli precisi degli esperimenti subiti dai Kun restano sconosciuti, ma altre testimonianze hanno svelato la brutalità delle pratiche di Mengele. Come Jona Laks, sopravvissuta agli esperimenti e fondatrice dell’Organizzazione dei Gemelli di Mengele. “Quando entrai per la prima volta nel laboratorio di Mengele, vidi un’intera parete ricoperta di occhi umani. Occhi azzurri, marroni, verdi. Quegli occhi mi fissavano come una collezione di farfalle, e caddi a terra” ha raccontato alla BBC.
    György Kun si ricongiunse con il padre dopo la guerra, mentre Istvan emigrò negli Stati Uniti durante la rivoluzione del 1956. Tuttavia, Istvan si ammalò e morì tragicamente a soli 30 anni. György rimase in Ungheria, si sposò ed ebbe una figlia, Andrea Szonyi, che ha lavorato per la USC Shoah Foundation e ha raccontato la storia del padre nel libro Voices from the Archive.
    “Avrei potuto insegnare inglese o dirigere una scuola” ha dichiarato la figlia di György, “ma ho capito che le nostre vite sono intrecciate in una storia più grande. La storia di mio padre è legata a quella di Ernő Spiegel e a quella dei loro figli”.

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