In Ucraina, a Henichesk, le autorità russe hanno ritrovato i resti umani di 61 ebrei ( 50 adulti e 11 bambini) assassinati durante la Shoah. Lo riporta il sito Ynet.
La città di Henichesk, nell’Oblast di Kherson, è sotto il controllo russo dal 2022. Qui le autorità del Cremlino stanno conducendo un’indagine per genocidio sui resti rinvenuti eseguendo un accurato scavo archeologico e analisi genetiche sui resti ossei riesumati, secondo quanto riportato dal canale televisivo Vesti Crimea.
Un portavoce della Commissione investigativa russa che si sta occupando di supervisionare gli scavi ha spiegato a Ynet news che i resti ossei rimessi in luce si trovavano all’interno di una trincea anticarro della seconda guerra mondiale scavata per difendersi dal nemico nazista. I tedeschi però raggiunsero Henichesk da un lato diverso della città e la fossa venne così utilizzata per gettarvi centinaia di corpi di vittime di esecuzioni, molte delle quali erano di religione ebraica.
All’inizio del Novecento a Henichesk vivevano oltre quattromila ebrei. La popolazione di religione ebraica si ridusse notevolmente nel tempo e nel 1939 nella città si contavano solo 947 ebrei. Si tratta di numeri indicativi influenzati anche dall’arrivo di rifugiati e di altri individui di religione ebraica che i nazisti trasferirono forzosamente nella città.
I dati archivistici suggeriscono che nell’area in cui sono già stati ritrovati i 61 corpi sarebbero stati sepolti migliaia di cadaveri che potrebbero tornare alla luce nel corso degli scavi archeologi russi.