Si parla spesso del ghetto di Roma o di quello di Venezia per l’età moderna; in altre occasioni al centro dell’attenzione vi sono i ghetti istituiti dai nazisti nell’Europa dell’est. Nel libro “Storie del ghetto di Budapest”, gli autori Giorgio e Nicola Pressburger, due fratelli, ci presentano con lucidità le vicende storiche, le tradizioni e la vita, a volte vera altre romanzata, degli ebrei della capitale ungherese. Una pagina di storia importantissima, ma spesso poco nota, che percorre quasi tutto il Novecento. Si parte da prima della Seconda guerra mondiale, si passa per i terribili anni della Shoah e si arriva al momento successivo alla liberazione della città da parte dell’Armata Rossa. Personaggi caratteristici, spesso stereotipati ed al contempo poetici, che riescono a generare un mosaico di storie in grado di restituire al lettore uno sguardo attento e malinconico sulle vicende storiche di Budapest. Un sottofondo yiddish fa eco a un dolore prosaico e ironico. Pagina dopo pagina il testo si trasforma inavvertitamente in un quadro di Chagall, lasciando al lettore un senso di profonda nostalgia di ciò che è stato.