La memoria privata che guida quella collettiva: questo è il concetto al centro del nuovo libro del giornalista Fulvio Solms “E vi cerco ancora” (Edizioni Minerva), presentato dalla Comunità Ebraica di Roma e dal Centro di Cultura Ebraica presso la Casina dei Vallati.
Questo libro si muove su due piani: parte dalla storia personale della famiglia Solms e arriva alla Storia con la S maiuscola.
Introdotta dai saluti di Antonella Di Castro, Vicepresidente della Comunità Ebraica, e Mario Venezia, Presidente della Fondazione Museo della Shoah, assieme al vicedirettore ANSA Stefano Polli e allo storico Marcello Pezzetti, la presentazione ha analizzato nel profondo il valore della memoria e la sua evoluzione al giorno d’oggi, ma soprattutto quella ricerca senza tempo delle proprie radici.
“Questo è un libro che mi ha davvero commosso, mi sono ritrovato in queste pagine. Una bellissima storia che narra un viaggio alla ricerca delle proprie radici, un testo che raccontando la storia della famiglia racconta un pezzo di storia di milioni di famiglie, contribuendo al contempo a mantenere viva una memoria che necessita di rimanere sempre vigile. La ricostruzione storica ci permette di comprendere quanto importante sia non perdere la nostra memoria, sopratutto in un momento in cui questa memoria fa fatica a rimanere viva. Antisemitismo e disinformazione esistono e quindi, come dice il libro stesso, la falsificazione della storia non può essere permessa” ha detto Stefano Polli.
L’autore narra delle sue origini, in un alternarsi di silenzi e verità taciute. Partendo da suo padre, Werner-Marco, un ebreo tedesco che fugge dalla Germania nel 1933 e arriva in Italia. Lascia a Berlino i suoi genitori che, da benestanti ebrei borghesi finiscono nel 1942 in Polonia, nel più profondo dramma della Shoah. “Sono cresciuto conoscendo la mia vicenda familiare a grandi linee per questo nel 2004 quando mio padre è venuto a mancare mi sono trovato al cospetto di questa grande Storia che non conoscevo abbastanza. Ho dovuto viaggiare e approfondire per conoscere questi nonni, avvicinarli a me” ha detto l’autore durante la presentazione.
Fulvio nasce a Roma e cresce conoscendo poco la storia di famiglia, con il padre, ormai italianizzato, di professione giornalista. Nel testo prende vita, pagina dopo pagina, una ricerca nella memoria sulle tracce di due nonni che sembravano dissolti nel passato. Dalla deportazione al tragico epilogo dei lager, una storia legata alla Shoah che fa riflettere su sei milioni di vite spezzate, e talvolta dimenticate. “Anche io mi sono ritrovato più volte tra le pagine di questo libro che mette in risalto un dramma di tre generazioni” ha aggiunto Marcello Pezzetti.