Anne Frank è divenuta ormai il simbolo dell’infanzia
rubata dall’orrore nazista. Il suo diario continua a emozionare e a insegnare
molto alle nuove generazioni. Tuttavia, Anne Frank ha prodotto un altro grande
testo recentemente, edito da Einaudi Ragazzi. Si tratta di Cara Kitty, un romanzo
epistolare che sprigiona tutta la capacità narrativa di Anne Frank. Dopo quasi
80 anni, quel sogno di diventare una scrittrice si avvera. Con l’uscita di “Cara
Kitty. Romanzo epistolare”, un’opera ricca di speranza e dal grande valore
letterario, Frank riesce ancora una volta a raccontare il dramma della Shoah
con la leggerezza di una ragazza piena di speranza per l’avvenire.
Il libro è stato presentato presso la Fondazione
Museo della Shoah, alla Casina dei Vallati, nell’ambito del progetto “Salotto
letterario”, organizzato dal Centro di Cultura Ebraica, dalla stessa Fondazione
Museo della Shoah e dalla libreria ebraica Kiryat Sefer.
A presentare il libro, la giornalista e scrittrice
Lia Levi, l’editorialista del Corriere della Sera Paolo Conti e lo
Psicoanalista e Professore David Meghnagi. “Cara Kitty è la realizzazione del sogno di Anne Frank. La
versione del romanzo epistolare dell’indimenticabile Diario di Anne Frank, a
cui la stessa aveva ambito sognando come nome “la casa sul retro”. Anne Frank rappresenta
la vittima adolescente più conosciuta della Shoah – ha detto in apertura il
Vicepresidente della Comunità Ebraica di Roma e Assessore alla cultura
Antonella Di Castro. – Rendere omaggio ai singoli non è puro esercizio di
stile, piuttosto è combattere l’utilizzo della tecnica di deumanizzazione tanto
cara ai nostri aguzzini. Così come le SS allora, oggi Hamas e i suoi
sostenitori per rendere accettabile la violenza nei confronti del nostro popolo
de umanizzano, come il professor Meghnagi spesso ricorda nei suoi interventi. Così
non siamo più madri, padri, figli ma “pezzi” e “numeri” e possono urlare che
dal fiume al mare il nostro popolo potrà essere spazzato via. E così è
possibile dire “uccidiamoli tutti” perché non siamo singoli esseri umani che
soffrono ma una compagine unitaria senza anima ed emozione. Quindi oggi
rendiamo omaggio al sogno di Anna Frank, di veder pubblicato il suo romanzo e
rafforziamo la nostra identità mantenendo alto il valore della memoria. Sono
sei milioni i fratelli e le sorelle sterminati nella Shoah che non
dimenticheremo mai, a cui oggi tragicamente ci hanno costretto ad aggiungere i
1.200 fratelli e sorelle barbaramente trucidati da Hamas. Tra questi ultimi
oggi voglio ricordare, per restare nel solco del ricordo dei singoli, la
giovane soldatessa Noah Marciano, che sia il suo ricordo benedizione” ha
concluso Di Castro.
Un romanzo ritrovato, dal forte valore storico e
narrativo, nel quale il sogno di scrivere e di dar voce alle emozioni provate
da Anne Frank diventa sempre più reale. “Questo libro mi ha colpito
profondamente per la maturità narrativa. La domanda che da giornalista mi sorge
spontanea leggendo queste pagine è: che scrittrice sarebbe diventata Anne Frank?
Colpisce di questo libro la cura del dettaglio nella narrazione, ma soprattutto
l’attualità del testo” ha aggiunto Paolo Conti.
“Il mio compito è davvero difficile, c’è tanto da
dire sul personaggio. Quest’opera è di fondamentale importanza perché Anne Frank
è divenuta nel tempo un personaggio importante, un vero e proprio classico
della letteratura” ha sottolineato invece Lia Levi. Sono pagine preziose
quelle di questo romanzo, che portano indietro nel tempo mostrando l’orrore del
nazismo visto con gli occhi di un’adolescente. Cara Kitty: così Anne si
rivolgeva a quell’amica immaginaria nel suo diario, scritto nel nascondiglio,
assieme ai suoi familiari, prima della deportazione. Con queste lettere
destinate alla sua compagna, Anne intendeva realizzare il suo sogno: un romanzo
che sarebbe uscito al termine della guerra con il titolo “La Casa sul
retro”. Oggi, questo libro finirà tra gli scaffali delle librerie
realizzando per sempre i desideri della giovane Anne.