Sarebbe bello vivere tante vite, reincarnarsi in tante anime e viaggiare nella storia. Il sogno di molti, ma non di Grisha la cui vita si protrae da ormai quattrocento anni. Avete capito bene: Grisha si reincarna. Viaggia di secolo in secolo, di corpo in corpo, muore e rinasce in una metamorfosi senza fine. “Anime” (Giuntina), Neshamot nel suo titolo originale, è un romanzo sospeso tra sogno e realtà, e l’autore, Roy Chen, scrittore israeliano, è un vero demiurgo nel narrare questa storia originale e seducente; nella quale il tempo si dilata e il lettore riesce a perdersi in mondi incantati in cui la reincarnazione diventa la grande metafora del cambiamento. Profondo conoscitore del teatro, Roy Chen è il drammaturgo del teatro Gesher un luogo simbolo dell’immigrazione russa. “Anime” non è solo il romanzo più letto in Israele nel 2020, ma è anche il libro che ha conquistato, come un vero e proprio colpo di fulmine, il pubblico del Bel Paese. Così “Anime” diventa un viaggio esplosivo nella tradizione e nella storia ebraica che permette al lettore di vivere tante vite e di comprendere il ruolo fondamentale che le radici hanno nel tempo. Shalom ha intervistato l’autore In occasione del suo tour in Italia che ci ha rivelato la genesi di Anime e il suo rapporto con il nostro paese.
Il libro è davvero originale, una trama che non si legge spesso, come è nata l’idea di scrivere un libro così?
Come ogni idea, non sai mai da dove viene. Posso dirti che quando è nato mio figlio, l’ho guardato e mi sono chiesto cosa avesse portato con sé. Porta sulle spalle tutta la storia del genere umano, tutto il processo evolutivo con antichi echi dal mondo animale? O forse ha dentro tutta la gloria e i traumi del popolo ebraico? O solo ricordi genetici della nostra stessa famiglia, o solo i miei geni? Ho pensato all’identità. Quanto siamo parte di una famiglia o di un popolo, o di un paese. Mi sono chiesto poi: io cambierei qualcosa se avessi un’altra vita? Ho scoperto una chiave magica che permette a tutti di vivere un’altra vita in questa vita: il linguaggio. Studio l’inglese, il russo, il francese, e ora sto imparando italiano. Forse è per questo che ho viaggiato insieme al mio protagonista, Grisha, di corpo in corpo, da un luogo all’altro, e anche da un genere all’altro. Ho cercato di capire se la vita è un dono o una punizione. E poi, ho cercato di capire se questa è la domanda giusta.
Leggendo “Anime” sembra proprio di trovarsi davanti ad una scena teatrale. Quanto ha influito sulla scrittura di questo libro la conoscenza del teatro?
Il teatro ha influenzato i dialoghi, il tempo, la catarsi, i monologhi interiori, ma ho pensato anche personalmente. Specialmente perché ho cercato di guardare alla storia con gli occhi del pubblico con amore, con pazienza, con curiosità. Ha fatto sì che non avessi paura di essere romantico, divertente e persino patetico. Ho lavorato con i miei personaggi come lavoro con gli attori che recitano nelle mie commedie. Si può dire che ho provato tante “Anime” per la stesura di questo romanzo.
Il romanzo è stato davvero apprezzato in Italia, acclamato dalla critica e dai lettori. Che rapporto hai con l’Italia?
Ho atteso con grande interesse la reazione dei lettori italiani. Quando ami qualcuno, speri che quel qualcuno ricambi il tuo amore. Negli ultimi 4- 5 anni mi sono sentito totalmente innamorato della cultura italiana. Mi sono circondato, e lo faccio tutt’oggi, di grandi maestri e amici: Dante, Boccaccio, Ginzburg, Goldoni, Gozzi, Pirandello, Calvino, Primo Levi, Longhi, Tiepolo, Caravaggio. Gran parte della narrazione si svolge nel Ghetto Ebraico di Venezia, un universo multiculturale unico e un capitolo importante nella storia del popolo ebraico. Ho passato la mia ultima estate a Firenze dove ho finito di scrivere il mio nuovo romanzo (anche se è ambientato in Israele – immagino di aver avuto bisogno di un po’ di distanza). Mi sono innamorato della città, ad esempio della Libreria Todo Modo. La reazione della critica italiana ad Anime mi riempie il cuore di gioia, ma soprattutto aspetto di incontrare i miei lettori nella vita reale. Ci tengo però a precisare che niente tutto ciò sarebbe mai accaduto senza Shulim Vogelmann della casa editrice Giuntina che ha scoperto il romanzo subito dopo la sua pubblicazione in Israele, e Bianca Ambrosio che ha dedicato il suo talento a tradurlo insieme a Shulim.
Il libro “Anime” verrà presentato oggi, giovedì 24 novembre, alle 18.00 a Romq presso la Casa delle Letterature. L’evento è stato organizzato dal Centro di Cultura Ebraica.