Quando il romanzo riesce a riportare alla luce pagine di storia dimenticate si crea una magia speciale. Questo è ciò che accade nel libro di Lucy Adlington “Le sarte di Auschwitz” (Rizzoli). La scrittrice inglese dà voce a 25 ragazze diverse, sopravvissute all’inferno del campo di sterminio grazie al loro talento nel cucito. Ma non solo, sarà anche la loro amicizia e la voglia di sopravvivere a tenerle in vita. Donne ebree e non. Parenti, amiche, ma anche sconosciute. Donne diverse, di tutte le età e di differenti nazionalità danno vita a questo saggio corale in grado di narrare il sacrificio e l’abnegazione in un luogo senza speranze come Auschwitz.
Una storia che si nutre di testimonianze reali, narrate dai familiari delle sopravvissute e ricostruite tramite documenti d’archivio. Un equilibrio perfetto tra realtà e finzione riempie le pagine di questo romanzo, che ricostruisce una vicenda poco nota che fu parte dell’immensa tragedia della Shoah. Con una scrittura lucida e scorrevole, Lucy Adlington ci regala un’opera commovente e reale allo stesso tempo.