La National Library d’Israele ha recentemente scoperto un documento del XVIII secolo che descrive in dettaglio le attività dell’Inquisizione portoghese nei confronti degli ebrei. Il testo riporta come l’inquisizione punisse le persone per aver sostenuto le tradizioni ebraiche e per aver commesso delle trasgressioni del cristianesimo. Il documento è ora consultabile online, come annunciato in un comunicato dalla stessa National Library.
L’Archivio centrale della biblioteca ha mostrato al pubblico il documento di 60 pagine scritto in portoghese. All’interno del testo ritrovato è raccontato principalmente delle udienze pubbliche e delle esecuzioni avvenute tra il 1540 e il 1669, la maggior parte delle quali a Lisbona, chiamate “autos-da-fé” e realizzate dalla Chiesa cattolica. Il manoscritto è stato ritrovato negli archivi della biblioteca.
Le vittime descritte nei documenti erano per lo più cristiani convertiti di recente e accusati di mantenere le loro usanze ebraiche, ma includevano anche “vecchi cristiani” ritenuti colpevoli di aver commesso atti di “sodomia, bigamia, possesso di libri proibiti e sacrilegio”, come riportato nella dichiarazione della biblioteca.
L’inquisizione iniziò nel 1536, prolungando le udienze e le esecuzioni contro gli ebrei per più di due secoli. Il direttore dell’archivio, il dottor Yochai Ben-Ghedalia, ha spiegato che i rari ritrovamenti “fanno luce sulla realtà di un capitolo complesso della storia ebraica” e sulle persecuzioni della chiesa in generale. “Ci auguriamo che il documento appena scoperto possa aiutare gli studiosi a indagare meglio su questo difficile periodo storico” ha aggiunto.
Già a partire dal 2015, Portogallo e Spagna hanno annunciato che i discendenti degli ebrei sefarditi – ebrei espulsi dalla penisola iberica a partire dal 1492 a causa dell’Inquisizione – potevano richiedere e ottenere la cittadinanza. Nel marzo 2020, il parlamento portoghese ha approvato una giornata commemorativa annuale per le vittime delle atrocità avvenute durante questo periodo.