
“Reuven Rubin: Be My Guest”: è il titolo della mostra ospitata dal Tel Aviv Museum of Art -TAMA- fino all’8 novembre 2025. Le opere di Rubin, considerato uno dei primi artisti che riuscì a catturare lo spirito della nascente Israele, sono state trasferite al TAMA, dopo che il Museo Rubin, ex residenza dell’artista e luogo che le ospitava, è stato danneggiato da un missile durante la ‘guerra dei 12 giorni’.
Si è creata, quindi, un’opportunità unica: “Il reale stato di emergenza ha assunto un significato metaforico – come riportato dal TAMA in una nota – dando vita a un momento prezioso. L’incontro unico tra i dipinti di Rubin che risiedono nella collezione del TAMA e quelli che, fino ad ora, erano rimasti nella casa dell’artista”.
E questa stessa opportunità, secondo la curatrice Dalit Matatyahu e gli assistenti Kfir Meir e Adi Gross, ha permesso di mettere in luce il rapporto tra ospite e ospitante, sottolineando che l’ospitalità richiede sensibilità e profonda responsabilità reciproca.
Reuven Zelicovici (1893-1974) – che in seguito cambiò il cognome in Rubin – nacque in Romania da una famiglia chassidica di umili origini. Scampato alle persecuzioni naziste, arrivò nei primi anni ’20 a Gerusalemme, dove studiò alla Bezalel School of Arts and Crafts. Rubin, dopo varie vicissitudini, si stabilì a Tel Aviv e realizzò alcune delle immagini più iconiche e memorabili della nascente città israeliana, nonché del territorio e dei suoi panorami. Il nome Reuven Rubin deriva dalla sua firma bilingue: “Reuven” in ebraico e “Rubin”, in inglese. L’artista, che fu anche primo ambasciatore di Israele in Romania, lasciò in eredità la sua casa e decine delle sue opere alla città di Tel Aviv, creando il Museo Rubin.