Il Generale Paolo Supino (1893-1973) rappresenta un esempio delle possibilità offerte e delle disgrazie accadute agli ebrei in Italia e in Europa nel corso della prima metà del Novecento. Roma, in questo senso, fu luogo di accoglienza di moltissimi ebrei provenienti dalle varie aree del Centro e del Nord d’Italia dopo la proclamazione della città come capitale del neonato regno sabaudo (1871). Ciò produsse una serie di trasformazioni di carattere demografico, urbanistico, sociale ed economico anche in considerazione della massa di persone che si traferì a Roma per lavorare nei vari uffici governativi, compresi quelli dell’Esercito Italiano. È questo il caso di Paolo Supino, nato a Pisa, in quale ebbe una carriera straordinaria tanto che alla vigilia delle leggi anti ebraiche del 1938 divenne colonnello ma immediatamente dopo fu posto in congedo assoluto.
Reintegrato a seguito delle Liberazione, fu uno dei massimi teorici della “guerra fredda”: egli comprese sin da subito le traiettorie geopolitiche di quello che fu il confronto tra il Patto Atlantico e il Patto di Varsavia.
Inoltre, Supino ha ricoperto molti incarichi di elevata importanza in seno all’Esercito e nel 1954 fu promosso Generale di Corpo d’Armata. Morì a Roma nel 1973.
La Rivista Militare ha voluto dedicargli uno splendido supplemento per ricordare chi servì con onore una Patria ingrata. Per la Comunità Ebraica di Roma è l’’occasione per celebrare una personalità dell’ebraismo italiano e per far conoscere il contributo al Paese di une delle tante eccellenze espresse dalle collettività ebraiche italiane nel periodo dell’emancipazione.
Martedì 10 maggio alle ore 18 presso la Casina del Vallati sarà presentato il supplemento della Rivista Militare dedicato al Generale Supino.