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    Cultura

    “Il futuro rubato”: Alberto Fiano racconta lo spettacolo dedicato alla memoria

    Raccontare la vita delle famiglie del quartiere ebraico di Roma nel periodo tra il 1934 e il 1943. Una fase caratterizzata da profondi cambiamenti, in cui i valori e le tradizioni ebraiche restavano saldi. Come vivevano le famiglie dell’ex ghetto all’epoca? Cosa riservava loro il futuro? Uno dei momenti più bui della storia ebraica romana, visto che la mattina del 16 ottobre 1943 il futuro della maggior parte di loro fu rubato.
    Tra le iniziative per il Giorno della Memoria, Alberto Fiano e la sua compagnia teatrale mettono in scena lo spettacolo “Il futuro rubato”, in cartellone dal 25 al 28 gennaio 2024 al Teatro degli Eroi.
    Nato da un’idea di Fiano, con la sceneggiatura di Carlotta Tommasi e la regia di Alessandro Di Rienzo, la rappresentazione racconta una tragica pagina della storia dell’umanità che ha scaraventato migliaia di persone in un tunnel di impotenza e orrore.
    “L’idea di questo spettacolo nasce dal desiderio di dare risalto alla Giornata della Memoria, che per noi ha una grande valenza, ma allo stesso tempo volevo lanciare un messaggio di conoscenza e riflessione a 360° attraverso il teatro” – racconta a Shalom Alberto Fiano – Per la sceneggiatura mi sono affidato a Carlotta Tommasi che è una grande professionista e conosce molto bene il mondo ebraico”.
    Lo spettacolo non si limita a ripercorrere i fatti del 16 ottobre 1943, ma copre un arco storico che parte dal 1934: “Ho voluto far iniziare la storia qualche anno prima – racconta ancora Fiano – in modo che il pubblico entrasse in sintonia con i personaggi e man mano vivesse insieme a loro gli eventi drammatici che hanno caratterizzato quegli anni: l’emanazione delle leggi razziali, la raccolta dell’oro, fino ad arrivare al 16 ottobre, in cui ho voluto inserire anche la testimonianza di mio nonno che è riuscito a salvarsi dal rastrellamento di quel giorno”.
    Una grande cornice storica, arricchita dai momenti di vita ebraica nella comunità romana e soprattutto dai principali simboli della cultura e della tradizione: “Non mancheranno momenti religiosi come le cene dello Shabbat, che mantengono il loro valore di amore, famiglia e sacralità, nonostante il periodo storico che anno dopo anno diventava sempre più difficile e cambiava la vita così come i personaggi la conoscevano” spiega Fiano.
    Nonostante gli eventi rilevanti segnati dal regime fascista, la vita degli uomini e delle donne del tempo è andata scorrendo verso un lento declino nella più grande apparente normalità. Una vita fatta di comicità involontaria, battibecchi coniugali, grandi legami di amicizia, scontri e valori condivisi. Una vita dove nessuno poteva immaginare cosa sarebbe accaduto, così concentrato a vivere un quotidiano che, in fondo, è lo stesso in tutte le epoche, dove si guarda e si costruisce al futuro. È proprio nel concetto di futuro che è racchiuso il fulcro dello spettacolo. Un messaggio che rimane attuale.
    “Il titolo ‘Il futuro rubato’ esprime chiaramente il messaggio storico e il senso dello spettacolo – racconta ancora Alberto Fiano – Queste persone avevano tutta la vita davanti a loro, fatta di progetti, sogni, speranze; ma questa vita gli è stata rubata. Chi non ha più vita non ha più un futuro. Fino a qualche mese fa il 16 ottobre era la data nera per antonomasia di questo periodo, adesso si è aggiunto anche il 7 ottobre. Sono date funeste, atroci, di stretto lutto, che ci spezzano il cuore. Il messaggio che ho voluto mandare è proprio questo: in un momento così difficile, in cui aumentano i pregiudizi e anche l’odio razzista, è importante ricordare quanto accaduto nella speranza non solo che non riaccada, ma continuare a ricordare ogni giorno”.
    La rappresentazione “Il futuro rubato” debutterà giovedì 25 gennaio. Insieme ad Alberto Fiano sul palco ci saranno: Federica Cignotti, Carmelita Luciani, Antonio Buonocunto, Sara Adriani, Sabrina Sacchelli, Lorenzo Martinelli, Claudia De Virgilio, Nicolò Berti, Luigi Nicolas Martini. Le scene e i costumi sono di Maurizio Marchini, alle luci e musiche Stefano Dattrino, Social Media Management e foto Agnese Carinci.

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