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    Cultura

    Il fascino senza tempo delle haggadot antiche, rare e preziose

    La collezione di Haggadot custodite dalla Biblioteca Nazionale di Israele è considerata la più completa al mondo: comprende circa 15.000 edizioni, tra cui esemplari manoscritti, illustrati o con stampe antiche a corredo, versioni plurilingue che accolgono le tradizioni dei luoghi da cui provengono, opere rare e preziose giunte da tutto il mondo. I viaggi compiuti da ogni haggadah rivelano storie affascinanti e narrazioni che si intrecciano con gli eventi storici di tutto il popolo ebraico, dalla diaspora alla Terra d’Israele, allo Stato d’Israele nei suoi quasi 77 anni di storia. L’Italia ebraica annovera esemplari splendidi e di grande valore, noti e diffusi in riproduzioni di cui saranno adornate le nostre tavole. Proponiamo qui, invece, una scelta di opere della Biblioteca Nazionale di Israele con l’augurio di Pesach Sameach.

    1.Haggadah di Pesach, Praga, 1556
    Acquisita dalla Biblioteca Nazionale di Israele come parte della Valmadonna Trust Library, la più grande collezione privata di migliaia di libri rari e manoscritti ebraici, è stata pubblicata a Praga nel 1556, preceduta da una stampa del 1526. Molte delle illustrazioni e delle interpretazioni hanno influenzato altre Haggadot per centinaia di anni. Solo due esemplari sono sopravvissuti, il secondo è conservato alla British Library di Londra.

    2.Haggadah di Pesach della tradizione ashkenazita, Nord Italia, 1450 circa
    Faceva parte della collezione del barone Edmond de Rothschild, ha 50 pagine di testo redatte in scrittura ashkenazita quadrata. È accompagnata da dozzine di illustrazioni colorate, o riferite al testo, o che rappresentano motivi generali legati all’Haggadah e alla storia dell’esodo dall’Egitto, come le dieci piaghe e la cottura della matzath. Alcune illustrazioni attestano anche il luogo di provenienza come ad esempio le città di Pithom e Ramses, sono illustrate in uno stile architettonico tardo gotico, simile alle fortezze del Nord Italia. Anche l’abbigliamento delle figure richiama la moda del nord della nostra penisola. Il nome dell’illustratore non viene mostrato, ma lo stile richiama quello del noto illustratore, Yoel Ben Shimon che lavorò nella seconda metà del XV secolo a Modena e Cremona. Il testo è il primo redatto secondo l’uso ashkenazita ed è simile al contenuto usato ai nostri giorni. Nel Medioevo si dibatteva se includere la benedizione per l’Hallel nell’Haggadah, qui inclusa dallo scriba ma oggi non inclusa, Non vi sono le canzoni finali e si testo di conclude con le parole “salik ma nishtana”, la fine del Manishtanà.

    3.Haggadah di Amsterdam, 1738
    Commento di Isaac Abrabanel intitolato Zevah Pesah e commentario mistico cabalistico. Con molte illustrazioni, alcune delle quali piuttosto insolite.

    4.Haggadah del Marocco, Fez, XX secolo
    Traduzione e rituale in arabo, era scritta in un quaderno grafico a righe con le lettere attaccate alle righe superiori.

    5.Haggadah di Pesach, Amburgo, 1741
    Commento di Isaac Abrabanel, con elementi decorativi e bellissime illustrazioni. Nella parte finale comprende diversi piyuttim, inni liturgici, con traduzione in yiddish. La scrittura è in caratteri ashkenaziti quadrati.

    6.Haggadah di Pesach secondo la tradizione sefardita, Catalogna, XIV secolo
    Conosciuta come “Haggadah d’oro”, è passata in molte mani: da Bologna nel 1599 a Modena nel 1627 e infine nella collezione della British Library, contiene bellissime illustrazioni. La scrittura è in stile sefardita quadrato.

    7.Haggadah secondo la tradizione sefardita, Catalogna, Spagna, XIV secolo
    Include piyuttim, inni liturgici, istruzioni e discussioni sulla halachà, legge ebraica, splendidamente illustrata, con commento in caratteri miniaturizzati a piè di pagina.

    8.Haggadah di Pesach, Amburgo, 1728
    Include il commento di Isaac e di Al Pi HaSod. L’Haggadah contiene anche istruzioni in yiddish e traduzioni di alcuni dei piyuttim, inni liturgici, in yiddish.

     

    credit foto: National Library Israel

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