
Il Talmud, libro ebraico per eccellenza, è stato uno dei protagonisti delle iniziative romane della Giornata della Cultura Ebraica, il cui tema di questa 26a edizione era proprio “il popolo del libro”.
Lo spunto è stato rappresentato dalla recente pubblicazione del “Trattato di Makkot”, il più recente risultato del Progetto Talmud. A presentarlo sono stati il Rabbino Capo di Roma Rav Riccardo Di Segni e Rav Gianfranco Di Segni, coordinatore del Progetto Talmud, moderati dalla giornalista Stefania Piras.
A introdurre i relatori, la Direttrice del Centro di Cultura Ebraica Giorgia Calò, la quale ha ricordato la genesi del Progetto Talmud, edito da Giuntina e sostenuto dal MIUR, nato 10 anni fa da un’idea di Clelia Piperno e coordinato da Rav Gianfranco Di Segni con la supervisione di Rav Riccardo Di Segni.
“Anticamente, la trasmissione della tradizione ebraica era orale, ma nel momento in cui il popolo ebraico si disperde diventa necessario un contenitore. Il Talmud è un enorme contenitore di centinaia di anni di riflessione sulla tradizione” ha affermato Rav Riccardo Di Segni. Un testo basato sul dialogo, sul susseguirsi di commenti volti a interpretare le norme e le narrazioni della Torà, che però, il più delle volte non sono univoci. Il Rabbino Capo ha affermato che “Esiste la discussione, al termine della quale si giunge a una decisione. Ma la parte decisionale è marginale, viene fatta dopo il Talmud”. Questo perché, come continua il Rav, il compito del Talmud è quello di far ragionare, stimolare la persona.
Si tratta infatti di un testo dinamico, in continua evoluzione; Rav Gianfranco Di Segni ha sottolineato che “Il Talmud è un testo aperto, ogni anno si accumulano nuovi commenti. Si giunge a un punto fermo per arrivare alla norma, ma a sua volta questo punto fermo si aggiorna”.
Questo testo rispecchia appieno il rapporto con lo studio nella religione ebraica; è un continuo stimolo alla riflessione e al ragionamento, nonché alla discussione e allo scambio di idee.
Come ha riportato Rav Di Segni, il “Trattato di Makkot” affronta l’ambito del diritto penale e si occupa di tre argomenti principali: testimoni falsi, le città rifugio, e per ultimo, le “makkot”, ovvero le punizioni corporali. Rav Gianfranco Di Segni ha aggiunto, riguardo alla struttura del testo, che “Il Talmud procede per associazione di idee; al suo interno troviamo materiale legale e materiale aneddotico, che non si susseguono in maniera netta”.
Ma cosa ci lega allo studio del Talmud oggi?
“Lo Zohar dice che il popolo d’Israele e la Torà sono un’unità. L’identità ebraica è collegata allo studio della Torà. Se togliete la Torà al popolo di Israele, il popolo di Israele scompare” ha affermato il Rabbino Capo.
Ecco dunque cosa rende così rilevante lo studio del Talmud al giorno d’oggi. Proprio alla luce del tema scelto per la Giornata Europea della Cultura Ebraica di quest’anno, “Il Popolo del Libro”, riaffermiamo questo pilastro della religione ebraica: lo studio è alla base dell’applicazione della Torà, e senza la Torà Am Israel scompare.
Con lo studio contrastiamo la distruzione, e ci apprestiamo a crescere. Rav Di Segni ha concluso il suo intervento ricordando che “lo studio della Torà aumenta i meriti di Am Israel”. Ed è apprestandosi a studiare il Talmud, la Torà, e applicando le mitzvot che il popolo ebraico va avanti.